Invasioni e parassiti nella mostra di Oscar Giaconia a Roma
Mescola elementi organici e sintetici l’artista milanese in mostra alla galleria Monitor. L’obiettivo è riflettere sull’idea di scarto, alternando l’idea di controllo a quella di perdita
Per la sua seconda mostra nella sede romana della galleria Monitor, Oscar Giaconia (Milano, 1978) presenta Parasite Soufflé, 11 opere inedite di differenti formati in cui la figura del fisherman viene ibridata con quella del parassita, alludendo rispettivamente a funzioni di controllo e perdita.
Così come accaduto per altri momenti espositivi (Hoysteria, GAMeC, Bergamo, 2019; Bhulk, Monitor, Roma, 2020), lo spazio è stato rivestito: il materiale utilizzato come membrana color carne è la salpa, un cuoio rigenerato solitamente impiegato nell’industria calzaturiera. Al centro dell’ambiente espositivo emerge un elemento plastico, una proliferazione di zucche che pare essere la conversione tridimensionale di un dipinto del 2022, anch’esso intitolato Parasite Soufflé.
La scelta di impiegare controllori, ricorsivamente adoperata dall’artista, siano essi pescatori, capitani o sentinelle, va in antitesi alla soluzione pittorica qui adottata, ovvero quella di utilizzare commistioni di materiali organici e sintetici (quali promotore di adesione, anilina, gel di caseina, emulsione plastica) che minano e corrompono la superficie dei dipinti, i cui toni aspri rimandano ai marker di contrasto utilizzati in microbiologia.
LA MOSTRA DI OSCAR GIACONIA A ROMA
Parte della mostra è buia e le opere sono illuminate a spot, con una soluzione da backstage cinematografico che rimanda a scelte espositive precedentemente adottate da Giaconia.
La serie Troll presenta un trittico di accumuli e accartocciamenti, inseriti all’interno di cornici realizzate in materiale da prototipazione. Il dipinto Sexual cumsiness (the raptile glove) è la risultante di un’operazione di trucco prostetico cui l’artista si sottopose nel 2016: l’ottica di autoalimentarsi, ovvero avvalersi dei propri scarti, è centrale nella pratica di Giaconia dove, per dirla con Burroughs, “il parassita è il prototipo di invasore ostile: un’immagine vivente che fa se stessa usando voi”.
Prima dell’inaugurazione della mostra è stata messa in atto un’operazione a porte chiuse: due disinfestatori si sono adoperati nel montaggio e nella bonifica dell’oggetto di scena e gli utensili da loro utilizzati restano riposti come reperti incongrui.
Claudia Santeroni
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