I mosaici digitali di Teresa Giannico in mostra a Milano
Sembra pittura? Sì ma non lo è. In mostra alla galleria Viasaterna, la pratica fotografica di Teresa Giannico dà vita a mondi e volti impossibili a partire da immagini virtuali
Le opere di Teresa Giannico (Bari, 1985) possono facilmente confondere lo spettatore di passaggio. Tuttavia, per un occhio curioso e desideroso di superare le apparenze, il mistero è presto svelato: quelle immagini racchiuse in cornici dai colori tenui, che tanto paiono dipinti a olio, sono in realtà il risultato di un collage digitale, di un virtuosismo che nulla ha da invidiare alla pittura. Protagonista della mostra Archives of Empathy alla galleria Viasaterna di Milano, l’arte di Teresa Giannico si snoda fra paesaggio, ritratto e natura morta camminando sul filo che separa realtà e virtualità.
LE OPERE DI TERESA GIANNICO DA VIASATERNA
La seconda personale dell’artista pugliese negli spazi di Viasaterna, a cura di Giangavino Pazzola, segue il successo delle opere presentate ad Artissima 2022 (insieme al lavoro della scultrice Tami Izko), per cui Giannico ha vinto il Premio VANNI #artistroom.
A creare l’illusione della pittura sono le “pennellate digitali” con cui l’artista crea composizioni immaginarie e – addirittura – ritratti di persone inesistenti. Se è vero che, in uno stato onirico, il nostro cervello non può immaginare volti che non abbiamo mai visto, l’arte di Giannico riesce laddove il sogno non può. Nascono così, giustapponendo frammenti di immagini reperite online, recentissime opere che raccontano un differente approccio alla fotografia, che da “cattura” diventa “creazione”. E narrano anche storie, racchiuse negli occhi fieri e quasi indagatori delle protagoniste dell’opera che accoglie i visitatori (I used to look at your photographs) o in quelli chiusi e sognanti dei ragazzi stretti in un abbraccio, tre Grazie contemporanee immortalate in un appassionato primo piano (On Feelings). Sono queste le figure che abitano gli “archivi d’empatia” pensati da Giannico, raccolte in pose che si prestano a indagini emotive e dialoghi con lo spettatore.
I PAESAGGI E LE NATURE MORTE DI TERESA GIANNICO
A stupire, poi, sono le raffigurazioni paesaggistiche riunite nella mostra. Le opere della serie Late august memories, a cui è dedicata una parete di una delle due sale espositive del piano superiore della galleria, raffigurano un bosco ricco di preziosi dettagli: l’occhio viaggia sul continuo interscambio tra figura e sfondo, in un gioco che richiama la minuzia con cui Gustav Klimt ritraeva il suo amato giardino di rose. Ancor più “pittoriche”, le nature morte raffigurano il classico soggetto del vaso di fiori, talvolta protagoniste, talvolta silenziose comparse, e in nessun caso inferiori ai magnetici ritratti.
Alberto Villa
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