Postersinthecity: i manifesti d’artista tappezzano le strade di Milano
Poster di un fucsia sgargiante e immagini di Kate Moss invadono gli spazi pubblicitari di Milano. Ma non sono semplici manifesti. Un gallerista ci spiega perché
L’estetica neo-pop di Sylvie Fleury denuncia il culto del marchio e la superficialità di una società che si preoccupa solo della sua immagine, noncurante del vuoto che la circonda. Prince, invece, si appropria dei post Instagram di profili di donne famose e li trasforma in opere d’arte, per contaminare il mercato come fossero un virus. Sono loro i primi artisti protagonisti di Postersinthecity, progetto ideato dal gallerista Pasquale Leccese – figura di riferimento da decenni del sistema dell’arte milanese e titolare della galleria Le Case d’Arte – che sta trasformando alcuni angoli di Milano in un museo a cielo aperto.
I MANIFESTI DI SYLVIE FLEURY E PRINCE A MILANO
Per l’occasione gli spazi pubblicitari diventano espositivi, ospitando i manifesti fucsia con scritto Egoïste – imitando l’omonimo profumo di Chanel – realizzati da Fleury e le immagini Instagram postate da Kate Moss e rielaborate da Prince. Obiettivo? Attirare lo sguardo e l’attenzione del pubblico su tematiche e aspetti che riguardano la società contemporanea; solo la prima tappa di un grande progetto che coinvolgerà artisti di calibro internazionale, quali Marlene Dumas, Gabriele Picco, Rosemarie Trockel, Traslochi Emotivi, Mika Rottenberg, Alicia Frankovich e Giuseppe Abbati.
POSTERSINTHECITY. PAROLA A PASQUALE LECCESE
“Avevo vent’anni e il mio primo manifesto d’arte mi fu regalato a Roma da Simone Carella e Fabio Sargentini della galleria L’Attico. Era la mostra Bachi da Setola di Pino Pascali. Sono passati tanti anni e lo conservo ancora, da lì ho intuito l’importanza del manifesto, inteso nella sua dimensione fisica e concettuale, come simbolo di un Movimento. Tante mie mostre hanno infatti prodotto manifesti” spiega Pasquale Leccese ad Artribune. “Quest’ultimo atto non vuole pubblicizzare mostre, si tratta di poster/virus che si appropriano silenziosamente dei muri della città”. Dalla galleria alla strada, per riaffermare il ruolo dei manifesti d’artista, con l’idea di distogliere chi si muove in città – almeno per un momento – dalla sua routine quotidiana.
Valentina Muzi
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