Riallestimento per la collezione del MAXXI di Roma. La mostra sembra un deposito
Concepita e allestita come un deposito aperto, il nuovo allestimento del museo romano raccoglie numerose opere inedite di artisti, architetti e fotografi, nonché uno straordinario cantiere di restauro contemporaneo
FUORI TUTTO è il titolo che dà il nome al nuovo allestimento della collezione del MAXXI di Roma, un progetto concepito e allestito come se fosse un deposito aperto al pubblico. Grandi rastrelliere di metallo suddividono gli spazi del museo, accogliendo opere – molte inedite – realizzate da artisti, architetti e fotografi, nonché una sezione interamente dedicata ad un cantiere di restauro contemporaneo aperto al pubblico. Un progetto che arriva in vista dell’attesissimo appuntamento con il Grande MAXXI, il nuovo edificio che sorgerà nella parte nord del lotto di pertinenza dell’ente museale, e che “avrà tra i suoi principali obiettivi proprio quello della fruizione dei depositi, la creazione di archivi intelligenti e di un polo di eccellenza di restauro contemporaneo” sottolinea il direttore, Bartolomeo Pietromarchi.
FUORI TUTTO. LA MOSTRA DELLA COLLEZIONE DEL MAXXI DI ROMA
La mostra pone un focus sulle nuove acquisizioni degli ultimi cinque anni e si articola in differenti spazi, ovvero la Galleria 1, la Galleria 3, la Videogallery, Archive Wall e la Sala Claudia Gianferrari dove è ospitato IN RESTAURO, il cantiere per la grande opera di Anselm Kiefer, Sternenfall, condotto dai docenti e dagli studenti dell’Istituto Centrale per il Restauro (ICR), a cui seguirà l’opera Il Processo di Rossella Biscotti.
Ancor prima di entrare nella Galleria 1 si viene accolti da un’opera video di Daniele Puppi, Psychedelic Lock (Minimal devices of multisensory reanimation) posizionata in alto e in un piccolo corridoio di servizio. Il tamburellante suono diventa ipnotico come le immagini che rimpallano da uno schermo all’altro rapendo totalmente l’attenzione dello spettatore. Entrando nella Galleria, invece, spicca la scultura di luce di Marcello Maloberti Senza saperlo la notte immaginava il giorno, e La città sale, opera di Elisabetta Benassi realizzata per il MAXXI L’Aquila e dal grande arazzo Ocean, Mother and Life di Abdoulaye Konaté.
Nello spazio successivo l’imponente installazione video di MASBEDO Protocol no. 90/6, opera iconica prodotta da In Between Art Film per Manifesta 12 a Palermo (2018) e riallestita qui per la prima volta grazie alla collaborazione della stessa Fondazione, anticipa l’omaggio al generoso lascito della studiosa, gallerista e appassionata collezionista Claudia Gian Ferrari, che nel 2010 donò al MAXXI oltre 50 opere. E poi si prosegue “incontrandosi in luoghi straordinari” di Giulia Crispiani (vincitrice del Premio Giovani Collezionisti per la Quadriennale d’arte 2020), che precede le tele di Mario Schifano e l’installazione di Giorgio Andreotta Calò e Patrick Tuttofuoco, le quli si affiancano ad opere realizzate dai grandi maestri della storia dell’arte italiana, quali Jannis Kounellis, Fabio Mauri e Michelangelo Pistoletto. Doveroso poi l’omaggio al grande artista – scomparso a gennaio – Gianfranco Baruchello con Piccolo Sistema, a cui si aggiunge anche un altro grande riconoscimento, quello ad Alberto Garutti “con un’opera che sarà allestita sul tetto del MAXXI Roma nel settembre prossimo” sottolinea il direttore del MAXXI Arte. Si continua poi l’installazione NO – Orchestra con nastro di Rosa Barba, frutto di un’approfondita ricerca presso l’Archivio Storico di Milano, e Carola Bonfili con L’Osservatore Nascosto (2022), realizzata con il sostegno Meta.
FUORI TUTTO. LA SEZIONE ARCHITETTURA E FOTOGRAFIA DEL MAXXI
Al piano superiore, la Galleria 3 si apre con una serie di progetti dell’architetto Giorgio Grassi, il cui archivio (esposto per la prima volta al pubblico) è entrato nel 2021 a far parte delle Collezioni di Architettura del MAXXI, con plastici, documenti e fotografie. Sempre per la sezione Architettura, sono presentati i progetti di DEMOGO, Matilde Cassani e Francesca Torzo, quest’ultima vincitrice della prima edizione del Premio Italiano di Architettura indetto dal MAXXI e Triennale Milano. Proseguendo la navata di Zaha Hadid si incontrano le celebri fotografie della serie I Travestiti di Lisetta Carmi, a cui fa seguito Greetings from Venice di Elisabetta Di Maggio, un mosaico di oltre 100.000 francobolli che rievoca il pavimento di San Marco a Venezia, l’opera Mare Vostrum (2017) di Nicolò Degiorgis, vincitore della prima edizione del Premio Piero Siena Preis, e la toccante Disarm (Mechanized) II (2014) di Pedro Reyes, un’orchestra di strumenti musicali realizzati con vari componenti di armi da fuoco. In fondo, attraverso una porta dalle dimensioni monumentali, si accede a una sorta di “mostra nella mostra” dedicata al progetto Atlante Sapienza: un’importante committenza fotografica sulla Città Universitaria della Capitale, realizzata in collaborazione con Sapienza Università di Roma, che ha coinvolto i fotografi Iwan Baan, Antonio Biasiucci, Silvia Camporesi, Marina Caneve, Carlo Valsecchi. Un racconto fatto per immagini da cui emerge la varietà dei linguaggi, dei metodi e degli orizzonti attraverso cui uno stesso luogo può essere restituito. Infine, il braccio vetrato della Galleria ospita La Processione Mistica, opera fotografica lunga oltre 7 metri realizzata da Valentina Vannicola nell’ambito di un progetto sul Purgatorio dantesco, qui presentata insieme a un video e a disegni, materiali di lavoro, abiti e accessori.
Valentina Muzi
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