In Toscana 30 anni di Cèramica, il festival di Montelupo Fiorentino. Intervista alla direttrice
Benedetta Falteri in questa intervista ci racconta come sarà la nuova edizione del festival e ci annuncia la costruzione di un parco culturale sulla ceramica in Toscana
In Toscana si rinnova uno storico appuntamento: fino al 18 giugno Montelupo Fiorentino è teatro di Cèramica, festival che giunge alla sua 30esima edizione e propone il meglio della produzione tradizionale e contemporanea con mercato, mostre, workshop e laboratori aperti a grandi e piccoli, installazioni diffuse in tutto il territorio. Ci siamo fatti raccontare la sua storia dalla direttrice artistica Benedetta Falteri, a capo della Fondazione Museo di Montelupo, fulcro di questo distretto del sistema ceramico per eccellenza, che comprende sia spazi pubblici sia privati, quali il Museo della Ceramica, il Museo Archeologico, il Centro ceramico sperimentale, le botteghe e gli atelier, il Museo Archivio Bitossi, l’Atelier di Marco Bagnoli. Una realtà complessa e articolata, che porta avanti importanti progetti di residenze internazionali e interventi di arte contemporanea sul territorio: negli anni hanno collaborato tra tutti Ugo la Pietra, Loris Cecchini, Bertozzi & Casoni, Fabrizio Plessi, Lorenza Boisi, Chiara Camoni, Claudia Losi, David Casini, Matteo Cibic, Duccio Maria Gambi, Marco Bagnoli. Ecco l’intervista alla direttrice, con l’annuncio della costruzione di un Parco Culturale della Ceramica.
Il festival Cèramica giunge alla sua 30esima edizione. Qual è la storia?
Cèramica è una manifestazione fortemente identitaria per Montelupo Fiorentino. Il suo esordio, nel 1993, segue di pochi anni l’inaugurazione del primo nucleo del Museo della Ceramica (1983) che, a sua volta, deve la sua nascita alla scoperta di un luogo magico 50 anni fa. La storia della ceramica di Montelupo, come oggi la conosciamo, grazie agli anni di ricerche archeologiche e studi del Gruppo Archeologico di Montelupo e di Fausto Berti, già direttore del Museo Montelupo, si deve alla scoperta, fortuita, avvenuta nel 1973, del Pozzo dei Lavatoi, un pozzo antico utilizzato come discarica dalle fornaci medievali e rinascimentali, attive nell’area del nucleo più antico della città, in prossimità del Castello, che si è rivelato essere una fonte eccezionale di reperti, e il cui studio, durato più di 30 anni, ha riportato alla luce una storia che era rimasta letteralmente sepolta per secoli. Il Festival nasce per celebrare questa identità.
Che bilancio dà di questi primi 30 anni?
Le edizioni più recenti del Festival, incluse quelle trasformate nel programma diffuso Cèramica OFF a causa della pandemia, si sono contraddistinte per una progettualità specifica sulle arti visive contemporanee. Cèramica ha ospitato, mostre storiche e residenze artistiche, finalizzate ai Cantieri d’Arte di Montelupo Fiorentino a cura di Christian Caliandro, con produzione di opere site specific o lavori per la collezione contemporanea del Museo. Ci sono poi la componente turistica e l’indotto economico, sicuramente non trascurabili per un paese di queste dimensioni, vicinissimo a Firenze (poco più di 20 minuti di treno dal centro città). Cèramica è una vetrina per i produttori e gli artisti del territorio di Montelupo Fiorentino e dei territori limitrofi, è un festival che crea, progetta e produce la gran parte dei propri contenuti, insieme ai curatori, agli artisti, agli artigiani, e che crea occasioni di esperienza legate alla ceramica, adatte a molte categorie di pubblico, dalle famiglie ai professionisti.
Che tipo di operazione culturale sta portando avanti a Montelupo la Fondazione da lei diretta?
Ci occupiamo della valorizzazione della tradizione manifatturiera ceramica di alta qualità del territorio attraverso la facilitazione di collaborazioni virtuose tra aziende, soggetti pubblici, università, artisti, designer e diverse professionalità, in ottica contemporanea. La Fondazione Museo Montelupo ha sviluppato in questa direzione il tema dei “Cantieri d’Arte”: le nostre residenze si svolgono nelle botteghe ceramiche di Montelupo e presso la Scuola di Ceramica, e si aprono alla partecipazione della cittadinanza e dei visitatori attraverso workshop, talk e incontri con gli artisti che sviluppano la loro ricerca insieme agli artigiani.
È in programma nel triennio 2022-2024 la creazione di un parco culturale…
Il progetto sviluppa uno dei principali obiettivi del Programma pluriennale della Fondazione Museo Montelupo, che si incentra sulla costruzione di un Parco Culturale della Ceramica che preveda una gestione integrata di tutte le risorse culturali, economiche, formative e artistiche. Il Parco vuol coinvolgere i luoghi più significativi della ceramica di Montelupo per realizzare un programma diffuso ad alto contenuto culturale e di partecipazione attiva della cittadinanza e del mondo associativo. Una puntuale occupazione degli spazi urbani in diretta connessione con gli spazi periferici del borgo di Montelupo, a cui restituire ruolo e vitalità con interventi e laboratori artistici, performativi, incontro tra discipline.
Come sarà organizzato?
Ci saranno percorsi di visita e fruizione collettiva di tutti gli spazi pubblici e privati della ceramica di Montelupo, a partire dal Palazzo Podestarile, sede fino al 2008 del Museo della Ceramica, oggi oggetto di un progetto di rifunzionalizzazione e ristrutturazione che include il punto di accesso al Parco Culturale della Ceramica. Da quest’area, che ospiterà le mostre temporanee del Museo, le collezioni archeologiche con laboratorio di restauro, le collezioni moderne e contemporanee e la Fornace, partiranno tutti i percorsi della ceramica di Montelupo. Questi toccheranno musei, collezioni private, botteghe ceramiche, percorsi di arte urbana site specific, luoghi della didattica e formazione, atelier d’artista, mostre temporanee, spazi per la didattica, per la ricerca archeologica e residenze d’artista del museo.
Claudia Giraud
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