Intervista a Daria Dmytrenko. L’artista ucraina che racconta il subconscio

Grovigli di pensieri che prendono forme sinuose e colori intensi, quasi mistici. È La pittura dell’artista emergente ucraina, che ci racconta la sua storia

Daria Dmytrenko (Ucraina, 1993) è un’artista emergente che dopo aver studiato pittura all’Accademia Nazionale di Belle Arti e Architettura di Kiev, è venuta a studiare in Italia e si è diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 2020 partecipa alla 103ma Collettiva Giovani Artisti di Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia; nel 2022, dopo una residenza a Palazzo Monti a Brescia, lavora a diverse mostre collettive, tra cui Upon a time alla galleria Eduardo Secci di Firenze e Fluuuuuido da Cassina Projects a Milano. Nello stesso anno ha inaugurato la sua prima personale dal titolo The Dream of Reason, presentata da Eduardo Secci. L’artista lavora con il mondo dei ricordi, plasmandoli e traducendoli in pittura con grande eleganza visiva.

Daria Dmitrenko

Daria Dmitrenko

INTERVISTA A DARIA DMYTRENKO

Daria, qual è il tuo primo ricordo come artista?
Non ho un primo ricordo specifico. Frequentavo una scuola d’arte per bambini, da piccola, già a quattro anni. Però mi sono sentita artista quando ho iniziato a studiare presso il liceo artistico. È stato lì che ho capito di volermi occuparmi di questo.

Cosa pensi della preparazione accademica in campo artistico?
Ho frequentato una scuola molto rigida di pittura accademica in Ucraina, che mi ha dato una base solida su anatomia, disegno, composizione e tecnica. Un allenamento costante della mano toglie la difficoltà che riscontrano molti giovani artisti: dare una forma alle proprie idee. Ma non ritengo obbligatoria un’istruzione del genere per ogni artista. Questo metodo limita la creatività, ci si abitua al concetto di giusto e sbagliato.

Cosa pensi quando hai il pennello in mano?
In realtà quando mi metto al lavoro cerco di non pensare a niente, liberare al massimo la mente e lasciar fluire il subconscio che guida la mia mano nel processo creativo.

Daria Dmitrenko, Tender beast

Daria Dmitrenko, Tender beast

LA PITTURA DI DARIA DMYTRENKO

I tuoi lavori nascono da esperienze vissute o piuttosto da stati d’animo?
Credo che sia tutto interconnesso, da un lato cerco di esprimere qualcosa di invisibile e difficilmente rintracciabile, che giace negli strati più profondi della mia mente, dall’altro sono convinta che ogni mio lavoro porti inevitabilmente le tracce delle esperienze da me vissute.

Cosa ti affascina? Cosa cattura la tua attenzione?
Senza dubbi la natura, in particolare il suo lato organico: mi incuriosiscono molto le forme degli esseri viventi nella loro diversità e i loro comportamenti. In particolare gli abitanti delle foreste e quelli acquatici, che si muovono in due ambienti misteriosi, ignoti, che sollecitano la mia immaginazione.

Il tuo processo creativo è lento e riflessivo, o rapido?
Entrambi: è rapido, inizialmente, perché per me è essenziale catturare l’impulso. Poi comincia la parte più scrupolosa di elaborazione e raffinazione delle forme.

Daria Dmitrenko, Untitled

Daria Dmitrenko, Untitled

Hai uno studio?
Ho vinto una residenza d’artista presso la Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia, dove attualmente vivo, per un anno. Sono in un convento rinascimentale presso l’isola di Giudecca, ho tanto spazio, il che mi permette di realizzare lavori di grande formato.

Lavori sull’idea di subconscio e di memoria
La mia ricerca consiste nell’esplorazione visiva del mio subconscio. Tento di indagare gli angoli più bui della mia mente per ricavare memorie, sensazioni ed emozioni da cui poi prendono forma creature, corpi lanosi, figure e sagome, ambienti mistici.

I colori che utilizzi sono molto intensi: da sfumature di blu cobalto si passa a verdi quasi petrolio. Come li scegli?
È una componente a cui da sempre do molta importanza. Trovare la soluzione cromatica è un processo emotivo non sempre facile.

ESSERE ARTISTA SECONDO DARIA DMYTRENKO

Cosa pensi del mercato dell’arte oggi? Ti spaventa?
Controverso. Da una parte sembrerebbe che l’arte diventi più accessibile e più vicina al pubblico grazie a internet, ma allo stesso tempo vedo giovani artisti trattati come trend momentaneo, commercializzato e sfruttato come se fosse un prodotto. La mia pittura è lenta in confronto a molti artisti della mia generazione: mi preoccupa l’eccessiva velocità e superficialità di certi lavori, una sorta di arte da Instagram che riempie il mercato.

Installation View, The Dream of Reason, Daria Dmytrenko, 2022, NOVO, Eduardo Secci Gallery, Florence, Photo: Stefano Maniero, Courtesy: the Artist and Eduardo Secci

Installation View, The Dream of Reason, Daria Dmytrenko, 2022, NOVO, Eduardo Secci Gallery, Florence, Photo: Stefano Maniero, Courtesy: the Artist and Eduardo Secci

Qual è il tuo rapporto con i social?
Con un approccio intelligente, i social possono essere degli strumenti efficaci per un artista. È un modo comodo e immediato per conoscere il lavoro degli altri e introdurre il proprio. È importante però che rimanga uno strumento e non l’obiettivo finale della creazione dell’arte, come purtroppo succede spesso sulla scena artistica di oggi.

Domanda di rito: il tuo sogno nel cassetto…
Da diversi anni sogno di organizzare una residenza artistica nella mia città natale, Dnipro. Per ora però sto sognando solo la pace per l’Ucraina.

Gloria Vergani

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