Una mostra fatta coi suoni della natura nella Basilica di San Celso a Milano
Il suono della natura, il rumore del silenzio. Installazioni e opere d’arte che raccontano il legame intrinseco tra arte e territorio. Questa è la mostra di Mario Velocci a Milano
La Basilica di San Celso, storica chiesa di Milano, è da anni devota all’arte e ospita esposizioni ed eventi culturali. Il tempio romanico-lombardo risale al X secolo ed è stato poi restaurato. Vanta uno spazio espositivo di circa 200 mq con tanto di altare in marmo, elementi in cotto e capitelli ornati che raccontano la storia di Milano nei secoli. Dopo aver ospitato moltissime esposizioni, oggi nella Basilica è la volta di Mario Velocci Scultore, mostra dedicata all’artista che lavora sul binomio tra arte e natura in maniera del tutto travolgente.
La mostra di Mario Velocci a San Celso a Milano
Mario Velocci (Monte San Giovanni Campano, 1949) è un artista-contadino. E questo è senza dubbio un elemento che contraddistingue la sua arte. Con la mostra Mario Velocci Scultore, la Basilica di San Celso si trasforma in un contenitore capace di raccontare il lavoro di Velocci, che crea opere d’arte in grado di descrivere il mondo rurale in maniera autentica ma elegante, pulita ma coinvolgente. L’artista usa linee tracciate su ferro e acciaio che ricordano le forme ondeggianti del terreno, delle piante e dei vigneti. Grandi installazioni sonore invitano lo spettatore a fare uso delle opere, toccandole, muovendole, e ascoltando il suono che producono. Tutto infatti ruota attorno al concetto di spazio, linea e melodia. La mostra è organizzata dalla Fondazione Mastrantoni, nata nel 2022 proprio con l’intento di promuovere opere d’arte e solidarietà nei pressi di Monte San Giovanni che ha collaborato con un’altra realtà della zona, l’Antica Tenuta Palombo. È proprio qui, nella splendida Valle di Comino in Lazio che sorge La Valle Sonora, su un terreno di sette ettari di vigne e colline sconfinate che ospita un parco permanente di sculture realizzate da Velocci con l’intento di raccontare la vita contadina, il silenzio della terra e il rumore del vento. Il vento è infatti un elemento fondamentale per la pratica dell’artista, è la voce più autentica del territorio, capace di smuovere e “far cantare” le opere.
La collina sonora di Velocci
“Questa mostra avviene nell’anno di apertura della Collina Sonora, parco monografico di grandi sculture di Velocci, che dialogano con le vigne, le colline e la luce di una terra cui l’artista è così profondamente legato. Allestita in uno spazio di grande forza spirituale, questo progetto è nelle nostre intenzioni un invito a conoscere meglio il lavoro di un artista speciale e un territorio intero”, racconta Pier Paolo Mastrantoni, presidente della Fondazione Mastrantoni. Visitare la mostra a San Celso è senza dubbio un’occasione per assaporare questa atmosfera decisa, delicata e agreste che Velocci è in grado di trasmetterci.
Gloria Vergani
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