In Costa Azzurra alla scoperta dell’isola interiore. La mostra alla Fondazione Carmignac
Sull'isola di Porquerolles, tra le mete più magiche della Costa Azzurra, una grande mostra estiva invita a trovare il tesoro nascosto dentro ognuno di noi. A piedi nudi, tra arte, mare e natura
Arrivare alle “Isole d’oro” è un’avventura degna del celebre romanzo di Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro. Lasciata alle spalle la terra ferma si raggiunge un luogo dove, scomparse le strade asfaltate, cominciano lunghi sentieri nel bosco che conducono a poche costruzioni e a una natura ancora in gran parte incontaminata.
La Fondazione Carmignac sull’isola di Porquerolles
Ne sono stati conquistati i ricchi imprenditori Carmignac, padre e figlio: Edouard, collezionista compulsivo, e Charles, musicista e appassionato d’arte, che hanno trasformato un’antica fattoria provenzale in fondazione per l’arte contemporanea, inaugurata nel 2018, ospitando la propria collezione, invitando architetti, curatori, artisti di differenti discipline a lavorare e progettare sul posto, certi del potere trasformativo dell’arte. Il limite del mare diventa il punto di forza: attraversare, scoprire, andare oltre prendendosi il tempo necessario per raggiungere la meta. Imboccando il viale d’ingresso della Fondazione, ci si trova a percorrere un sentiero sterrato nella vegetazione più fitta del Parco Nazionale di Port-Cros, il primo marino e terrestre d’Europa, nato nel 1963 per proteggere le numerose specie vegetali e animali presenti sul territorio. L’isola è interdetta ai fumatori per scongiurare il rischio d’incendi, così come i quindici ettari di giardino che circondano i duemila metri quadri di spazio espositivo. Si può entrare dentro al museo solo a piedi nudi, depositando le scarpe al guardaroba, per ritrovare il contatto con la terra e avere la sensazione di camminare in uno spazio sacro. La visita è preceduta da una bevanda di benvenuto a base di acqua e piante officinali endemiche del territorio come il rosmarino, l’alloro, la lavanda e altri fiori e foglie del Mediterraneo. Il viaggiatore si sente catapultato nella misticità di un rituale di purificazione a cui, dopo tanta strada, non avrebbe senso sottrarsi.
Imparare a vedere. La mostra sull’isola interiore alla Fondazione Carmignac
L’isola interiore, a cura di Jean Marie Gallais, prende il titolo di una composizione di Stephan Zimmerli, Charles Charmignac e Barbara Carlotti che è anche il disegno della curva compiuta dal visitatore sulla linea del percorso in mostra. Il tragitto crea un dialogo costante tra interno ed esterno, a cominciare dall’incontro con la scultura di Auguste Rodin, La voce interiore o Meditazione senza braccia del 1896, che si staglia dentro a un finestrone che la proietta tra gli ulivi curati dal paesaggista Luis Benech; anche la tela di Roy Lichtenstein, Landscape (1977), presenta il ritratto di una giovane donna che si compone di elementi naturali e si specchia nel paesaggio, mentre la piantina in bronzo di Tony Matelli, Erbacce #389 (2017), sembra sfondare la parete e crescere dentro alla sala. Proseguendo al piano sotterraneo, si incontrano la Fontana dei 100 pesci di Bruce Nauman, la tela di 15 metri Not yet titled di Miquel Barcelò e i termitai di sabbia colorata con glitter di Agniezka Kurant sotto il tetto d’acqua pensato dallo studio di architettura GMAA insieme ad Atelier Barani. Le sessioni in mostra, che raccolgono le opere, invitano a una nuova visione sulle cose e rievocano l’influenza degli astri, l’inesistenza dello spazio e del tempo, la permanenza del paesaggio oltre il corpo, il ritorno dei miti ancestrali attraverso il sogno e la costante presenza dell’acqua. L’intento di ispirare nello spettatore uno sguardo più profondo sulle cose si riattualizza nelle più recenti opere pensate dagli artisti per il luogo: in sala spiccano le video installazioni di Jennifer Douzenel e i dipinti di Etel Adnan. Una esposizione ineccepibile nell’allestimento e impreziosita dal catalogo che la racconta in forma poetica valorizzandone l’aspetto essenziale.
Tra sogno e realtà alla Fondazione Carmignac. Le installazioni en plein air
Lo spazio della Fondazione è arricchito dalle installazioni en plein air che ne costellano il giardino e insistono sull’importanza dell’incontro con una realtà che ci cambia a tal punto da diventare materia stessa di ciò che si è, talmente interiorizzata da non distinguerla più dal sogno: i Tre alchimisti di Jaume Plensa e la cova delle tre grandi uova in marmo di Carrara in mezzo al bosco (La Couvée) di Nils Udo, il labirinto di specchi Path of Emotions di Jeppe Hein e la ballata sonora e sensoriale del Collettivo Soundwalk con le voci di Charlotte Gainsbourg e Patti Smith. In ultima analisi, chi visita questo luogo realizza una metamorfosi operata dall’incontro con Madre Natura e le arti, dove, come nel romanzo di Stevenson, l’unica vera conquista non è tanto il lieto fine ma il senso del viaggio, del cammino della vita, del percorso per raggiungere quel tesoro nascosto proprio dentro di noi: la nostra isola interiore.
Mercedes Auteri
Isola di Porquerolles (Hyéres) // fino al 5 novembre 2023
L’île intérieure
FONDATION CARMIGNAC
Piste de la Courtade Île de Porquerolles
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