I paesaggi eterni di Santi Alleruzzo in mostra a Pistoia
La luce e i colori della Sicilia ispirano il lavoro del pittore, caratterizzato dall’essenzialità delle forme e dalla fascinazione della natura, in una sinfonia artistica che sembra comporsi a passo di danza
La delicatezza dei colori, unita alla leggiadria delle tecnica dell’acquerello e della gouache, è il tratto distintivo della pittura di Santi Alleruzzo (Messina, 1929 – Villa San Giovanni, 2006), dalle cui opere emergono paesaggi immersi nella luce e nel silenzio, e la presenza umana è sempre gentile. Lo sguardo dell’artista rivela un tocco di misticismo che lascia pensare al gruppo del Nabis, cui in parte si avvicina anche lo stile figurativo.
La mostra di Santi Alleruzzo a Pistoia
Rosa chiari, viola delicati, verdi tenui, verdi scuri, gialli pungenti, azzurri placidi, sono le note cromatiche di una sinfonia artistica che il pennello sembra interpretare “a passo di danza”, fissando sulla tela scene quotidiane, prevalentemente marine, che lasciano immaginare la ricerca e il desiderio di un perduto Eden, così come di un’armonia sociale e naturale.fCatturando le differenti modulazioni del cielo e del sole, Alleruzzo riesce a trasmettere il senso del placido scorrere dei ritmi naturali, quell’eterno avvicendarsi del giorno e della notte che si fanno metafora del ciclo della vita. Con un pizzico di orientaleggiante fatalismo l’artista ne riporta sulla tela l’inevitabile avvicendarsi, e lo fa con lo sguardo incantato di individuo che della vita e della natura subisce l’immancabile fascino.
Niccolò Lucarelli
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