Shimabuku in mostra a Milano con gli occhi di un bambino 

L’artista giapponese propone un minimalismo dolce e innocente, quasi fosse pensato da un bambino capace di stupirsi delle cose più semplici: la luna, un barattolo di latta, una patata, una barca e forma di cigno

In parallelo alla sua più ampia esposizione mai realizzata in Europa, visitabile al Museion di Bolzano fino al 3 settembre, Shimabuku (Kobe, 1969) porta la sua estetica leggera nella periferia milanese. La mostra è il felice esito – atteso da tempo – di una collaborazione tra l’artista e la galleria ZERO che dura da più di vent’anni. E la soddisfazione si legge negli occhi dei diretti interessati: è come se la luna citata nel titolo (Moon, Potato, Swan and Sounds) fosse stata davvero raggiunta. 

Il minimalismo infantile di Shimabuku

La similitudine impostata dall’artista tra la regione di Kobe e la Costa Azzurra preannuncia una poetica dolce: Shimabuku porta il minimalismo a un livello superiore, perseguibile solo con una grande sensibilità, simile a quella di un bambino capace di stupirsi davanti alle cose più semplici: la luna, un barattolo di latta, persino una patata. Il merito dell’artista è quello di riuscire a trasmettere anche a chi osserva questa prospettiva. 

Shimabuku, Swan Goes to the Sea, 2012-2014, video, poster, testo in vinile sul muro, installation view at ZERO..., Milano, 2023
Shimabuku, Swan Goes to the Sea, 2012-2014, video, poster, testo in vinile sul muro, installation view at ZERO…, Milano, 2023

La mostra di Shimabuku a Milano

Una musica dolce invita ad avventurarsi all’interno della galleria ZERO: la cornice della periferia industriale crea un ricercato contrasto con il romanticismo delle melodia. Romanticismo nel senso orientale del termine, specificano i curatori, in un gioco continuo con le sensazioni collezionate dall’artista durante i suoi viaggi. I luoghi e gli oggetti più comuni assumono un valore poetico. Il suono di cui sopra, non a caso, proviene da un gruppo di barattoli (Cuban Samba Remix, 2023) che evocano lo stupore di Shimabuku nel sentire la pioggia tamburellare sulla latta, con il contributo del compositore Makoto Nomura.
Sulle pareti una serie di disegni spiega una banale analogia: quella tra la luna e una patata (Drawings Luna e Patata, 2023). Ma l’apice di questa “dolcezza minimalista” si raggiunge al piano inferiore, grazie a due brevi cortometraggi (Swan Goes to the Sea, 2012-2014) dovuti, ancora una volta, al sodalizio tra Shimabuku e Nomura, che lavorano insieme come costruttori di sogni. Il viaggio narrato nei video è quello di una vecchia barca-cigno, un “sogno reale” raccontato dall’artista, che ha seguito quella barca a pedali ritrovata nei luoghi della sua infanzia, e l’ha condotta fino al mare. Un mare di innocenza e poesia in cui anche il visitatore, tornato bambino, potrà navigare.

Emma Sedini

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Emma Sedini

Emma Sedini

Etrusca e milanese d'origine in parti uguali, vive e lavora tra Milano e Perugia. È laureata in economia e management per arte, cultura e comunicazione all'Università Bocconi, e lì frequenta tutt'ora il MS in Art Management. Nel frattempo, lavora in…

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