Il dialogo tra tecnologie urbane e arti visive in mostra a Roma

L’arte aiuta a interpretare l’evolversi delle relazioni tra lo sviluppo urbano e le tecnologie. E l’ispirazione arriva dalle “città invisibili” di Calvino

Un complesso dialogo polifonico fra tre ardui interlocutori – le arti visive, la città (intesa sia come spazio fisico che come dimensione concettuale) e le nuove tecnologie digitali – è quello tentato da Luca Ceresoli e Serenella Di Marco ideatori e curatori della mostra collettiva Tecnologie Urbane, allestita a Palazzo Merulana e ispirata dal romanzo Le città invisibili di Italo Calvino, del quale ricorre, quest’anno, il centenario della nascita.

Tecnologie Urbane, installation view at Palazzo Merulana, Roma, 2023

Tecnologie Urbane, installation view at Palazzo Merulana, Roma, 2023

LE TECNOLOGIE URBANE IN MOSTRA A ROMA

Accanto a numerosi artisti contemporanei (più noti, meno noti e ignoti), troviamo alcuni classici della collezione permanente: Piranesi, de Chirico, Gentilini, Munari. La città, quindi, è anche luogo della memoria, una memoria che si attualizza plasticamente nella libera ideazione della sintesi artistica. A poca distanza dai classici, in un virtuale e rocambolesco colloquio, alcuni noti street artist e una rappresentanza di pittori senza fissa dimora. “Anche l’arte è un luogo” afferma Serenella Di Marco, “è uno spazio di condivisione, di aggregazione sociale, di creazione di contenuti e di nuovi, ipotetici punti di vista”. Veniamo attratti dalle installazioni del duo Nuvola Project (Gaia Riposati e Massimo Di Leo), la cui morfologia, gestalticamente ambigua, rimanda alla nuvola e/o all’organo cerebrale, al cloud digitale e/o alle connessioni neuronali. “Sono opere informatiche che stanno performando: è una performance in atto” ci spiega Gaia Riposati “Queste nuvole – ciascuna con la propria peculiare anima digitale – sono rilevatori di fenomeni, interagiscono con il suono variando la propria luminosità. Mettere in connessione il metaverso con l’universo è parte del nostro lavoro.”.

Antonia Ciampi, Insensato, 1998. Collezione privata

Antonia Ciampi, Insensato, 1998. Collezione privata

GLI ARTISTI IN MOSTRA A PALAZZO MERULANA

Il riverbero acustico che si fa luce è un archetipo della memoria ancestrale: una suggestione, questa, che ci accompagna nel prosieguo del percorso espositivo. Eccoci di fronte ai codici segnaletici urbani di Antonia Ciampi, artista bolognese impegnata – con un’attenzione alla venatura ironica – nella ricerca plastica di un linguaggio universale e che dice la sua sul senso e sul significato del fare arte: “L’arte è uno strumento di comunicazione per emozionare e per stimolare il pensiero. Questo è da sempre stato il suo compito. L’arte è già concettuale con Giotto e Cimabue: a monte c’è sempre un pensiero del pittore”. Ci invita, poi, a toccare le sue creazioni realizzate su un supporto imbottito, morbido, docile al tocco delle dita. Così tra tattilismi e realtà virtuali si dipana questo singolare, inconsueto itinerario artistico escogitato da due intraprendenti curatori. E ancora una volta l’arte rivela la sua intima, profonda natura di tessuto connettivo della realtà.

Luigi Capano

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Luigi Capano

Luigi Capano

Di professione ingegnere elettronico, si dedica da diversi anni all’organizzazione di eventi culturali sia presso Gallerie private che in spazi istituzionali. Suoi articoli d’arte sono apparsi su periodici informatici e cartacei: Rivista dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, Expreso…

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