Nasce a Reggio Calabria Sottogiudecca, spazio del contemporaneo in un sotterraneo brutalista
Il nuovo spazio espositivo e performativo nello storage della storica Galleria Toma nasce da un incontro tra Nico Vascellari e le sue ideatrici, le sorelle Marta e Giulia Toma. Le abbiamo intervistate
Nei sotterranei di una storica galleria di Reggio Calabria, la Galleria Toma, nasce un nuovo spazio dedicato al contemporaneo. Si chiama Sottogiudecca e si apre nei 100 metri quadri dell’edificio che sorge proprio davanti alla scala mobile di collegamento tra la parte bassa del centro diretta al mare e quella collinare, dove si trova l’antica scalinata di Via Giudecca, risalente ai primi del ’900. Galeotto è stato l’incontro con Nico Vascellari e con il suo progetto IONOI che, durante la pandemia, ha trasformato le case di tutta Italia in palcoscenico per performance. Da qui l’idea di fare qualcosa di simile in ambito underground, ma in una città del Sud. Quella dove sono nate le due sorelle Marta Toma (classe ’85, critica e curatrice indipendente) e Giulia Toma (classe ’95, graphic designer e art director), promotrici del nuovo spazio, insieme a un team aperto a giovani artisti e creativi che partecipano alla realizzazione di questo progetto. Ne abbiamo parlato con loro, mentre è in corso fino al 28 luglio la mostra inaugurale di Rooy Charlie Lana, dal titolo ness_Transghost.
Da quali idee nasce nuovo spazio a Reggio Calabria?
Sottogiudecca è un’idea progettuale aperta e multidisciplinare, che nasce dall’urgenza di istituire uno spazio espositivo e performativo interamente dedicato al contemporaneo a Reggio Calabria. Sottogiudecca esiste sottotraccia, come un sottomarino nelle viscere del paesaggio antropico della città. La sua identità sconfina nel potenziale inespresso dei 100 metri cubi nascosti nell’underground di Via Giudecca 23, dove lo storage al -1 della storica galleria Toma (presidio d’arte dal 1912), è stato interamente rinnovato nel rispetto della sua vocazione brutalista, per dare vita a un luogo di ricerca e sperimentazione, intimo e volutamente ostile.
Come mai il nome “Sottogiudecca”?
Stare “sotto Giudecca” rivendica anche un preciso statement meridionale: uno spazio critico d’azione che si manifesta oltre il parallelo della Biennale, in qualità di zona autonoma temporanea. Ecco perché la mostra di Rooy Charlie Lana, artista e performer di base a Venezia, proietta Sottogiudecca in una posizione paritaria rispetto ai temi e al dibattito nazionale sul contemporaneo.
Chi c’è dietro il progetto?
Dietro Sottogiudecca ci sono Marta e Giulia Toma. Siamo due sorelle cresciute nel mondo dell’arte, in moto perenne tra Reggio e Milano, città in cui ci siamo formate e abbiamo mosso i nostri primi passi nel contemporaneo. Durante il Covid si sono moltiplicate le occasioni di rientro al Sud e il desiderio di ripartire da quello che avevamo lasciato e per il quale adesso stavamo tornando: uno spazio davvero contemporaneo in città. Determinante in questa presa di coscienza anche l’incontro con Nico Vascellari e l’approdo nelle nostre vite del progetto IONOI in piena pandemia. Da questa esperienza nasce MIRC – Movimento Indipendente Ricerche Contemporanee, un progetto artistico diffuso che racconta il sentire contemporaneo da Nord a Sud, lungo la rotta fisica e virtuale che unisce Milano e Reggio Calabria (MI-RC).
Su quale tipologia di pubblico puntate?
Sottogiudecca nasce per ampliare l’offerta della storica Galleria Arte Toma, in risposta alle richieste di un pubblico nuovo e più attento ai linguaggi del contemporaneo. L’ultimo avvicendamento generazionale ha portato alla luce l’esigenza di un rinnovamento sul piano della proposta culturale ed espositiva. Questo spazio espositivo underground nasce appositamente per rappresentare la ricerca di artisti che si muovono “sottotraccia”, incentivando la crescita di nuove collezioni e accompagnandone lo sviluppo, con opere di artisti emergenti e affermati a prezzi di mercato contenuti (da 300 a 5mila euro). Nonostante la posizione periferica rispetto ai grandi centri del sistema dell’arte, la città gode della presenza dell’ABARC, di una Facoltà di Architettura e di una densa rete di soggetti pubblici e privati che contribuisce ad animare il dibattito sul contemporaneo tra pubblico e privato, promuovendo interventi e iniziative come Opera di Edoardo Tresoldi (2020) e la Biennale dello Stretto (2022).
Su quali ambiti artistici lavorerete? Che tipo di programmazione ci sarà dopo la mostra inaugurale?
Sottogiudecca è un contenitore fluido e inclusivo che intende offrire un calendario fitto di mostre, performance ed eventi, per ampliare il più possibile lo sguardo sul contemporaneo e farsi portavoce di un’istanza diretta tra il pubblico, l’artista e l’opera. La prossima stagione ha già in programma una serie di appuntamenti che vogliono coinvolgere un pubblico sempre più vasto in momenti di condivisione e partecipazione attiva attraverso l’arte contemporanea. Uno dei caratteri identitari di questo spazio vuole essere in primo luogo l’alternanza e la compenetrazione tra high&low, personali e collettive, arti visive e performative, con progetti curatoriali site specific e diffusi. Nel breve periodo verrà attivato anche un programma di residenze internazionali e una serie di open call per attrarre nuove energie sul territorio.
Claudia Giraud
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