La prima mostra di Bertozzi & Casoni dopo la morte di Stefano Casoni
Da Carlocinque Gallery a Milano la ceramica di Bertozzi & Casoni, tra ironia e omaggio alla grande storia dell’arte. Tra torte di teschi e scimmie in abiti eleganti
Appena varcata la soglia di Carlocinque Gallery per visitare la mostra di Bertozzi & Casoni, si è accolti da una grande statua in ceramica policroma, raffigurante una scimmia abbigliata come Mademoiselle Caroline Rivière nel famoso ritratto di Jean Auguste Dominique Ingres, in un omaggio ardito e ironico alla storia dell’arte.
La mostra di Bertozzi & Casoni a Milano
Scendendo le scale che portano al grande locale sotterraneo, appena gli occhi si abituano alla penombra, ci si ritrova in uno spazio che mima un palcoscenico: la sacralità delle sculture è enfatizzata da una sapiente illuminazione. La qualità delle opere, sia a livello di significato che di perizia tecnica, è altissima: ciò che si vede pare un assemblaggio di diverse materie, eppure è solo ceramica, modellata con un sapere tecnico che lascia increduli.
La scelta delle opere è altrettanto felice: si passa dalla serie delle Torte alle Ossa alle Uova; si parla principalmente della fine, della morte, non presentata qui come una tragedia, bensì trattata con estrema ironia, come parte della vita, che dalla fine vede un nuovo inizio. Un esempio è Ossobello nel quale gli artisti coprono di coccinelle un mucchio di ossa, oppure Auguri nella quale una torta di compleanno in via di disfacimento è mischiata a un teschio e a stoviglie di un pranzo terminato. Di pranzi finiti parla anche il grande tavolo posto al centro dell’esposizione: l’opera si chiama Resistenza 2 e raffigura i resti di un banchetto concluso, rimasti cristallizzati e sospesi nel tempo ad indicare la nostra transitorietà nel presente.
Ironia e morte nelle opere di Bertozzi & Casoni
C’è la sensazione di trovarsi di fronte a opere sospese nel tempo. Mirabile sia la lettura d’insieme dell’opera che la visione dei singoli particolari, niente si confonde e prevarica sull’altro permettendo al pensiero di correre ed essere lucido durante la visione delle opere.
L’ironia che permea questi lavori permette agli artisti di indagare un tema importante come la morte con assoluta leggerezza; le ceramiche sembrano essere un ricordo di quello che è stato ma che non è sparito, appaiono come schegge di memoria materiale, tangibile, una manifestazione della fine. L’esposizione, già programmata in precedenza, è statainaugurata solo cinque giorni dopo la scomparsa di Stefano Dal Monte Casoni, che con Giampaolo Bertozzi forma il duo. “Tutto lo staff” spiegano dalla galleria milanese, “esprime il rammarico di esporre “proprio in questo momento” le opere di Bertozzi & Casoni, come duo geniale e innovativo nel mondo dell’arte contemporanea. Ci sentiamo nello stesso tempo molto fortunati di onorare Stefano con questa esposizione e di dimostrare come la sua presenza non ci abbandoni, perché vive e vivrà sempre nel lascito prezioso del suo talento e delIa sua arte”.
L’esposizione termina tornando, in maniera circolare, all’inizio del percorso e qui si rivela una delle sue potenziali interpretazioni: qui va in scena il ritratto della condizione umana, grande tema nella ricerca dei due artisti, esorcizzata con ironia e raffigurata da una scimmia in abiti signorili.
Marco Saporiti
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