La mostra in montagna di Fausto Gilberti nella Casa alpina di Ollomont
Tre artisti, di cui uno nelle vesti inusuali di curatore, una classe di ragazzi del Liceo Artistico di Ollomont creano insieme la mostra Happy Mountain nella Casa Alpina ex colonia estiva dei Padri barnabiti e prima ancora residenza dei minatori di rame
La Casa Alpina di Ollomont ospita il progetto di Fausto Gilberti eseguito in collaborazione con dieci studenti della 4F del Liceo Artistico delle Orsoline di Milano. A Ollomont, 1.400 metri d’altezza, termina la carrozzabile che sul versante italiano porta ai piedi del massiccio alpino del Grand Combin. Centocinquanta residenti, per non più di trecento vacche valdostane capaci di regalare una fontina eccelsa. Il territorio di Ollomont è un paradiso difeso da allevatori che hanno resistito caparbiamente alle sirene della gentrificazione (Courmayeur in linea d’aria sta a 27 km). Oltre alle vacche capita di incrociare marmotte, stambecchi e volpi e la fioritura primaverile è così intensa da lasciare senza fiato.
L’Happy Mountain di Fausto Gilberti, Simona Oliveti, Vanni Cuoghi
La precisazione era doverosa. Happy Mountain nasce infatti dalla collaborazione di Gilberti con Simona Oliveti che a Ollomont risiede e Vanni Cuoghi qui in veste inusuale di curatore nonché mentore degli allievi a cui durante l’anno insegna nel Corso di Discipline pittoriche del liceo milanese. La mostra è allestita negli spazi della Casa Alpina, già sede di una colonia estiva dei Padri barnabiti e prima ancora residenza dei minatori dell’attigua – ora dismessa – miniera di rame. Esposte sono una serie di opere a china o china e pastello, realizzate per l’occasione da Gilberti, che hanno come filo conduttore il tema della vacanza in montagna interpretata dall’artista come un luogo magico che riconduce alla scoperta di se stessi./imm
Chi è Fausto Gilberti
Di Gilberti Vanni Cuoghi nelle note curatoriali scrive: “Il suo segno inconfondibile delinea storie per immagini sempre in bilico tra pittura e disegno, tra grafica e illustrazione (…) Gilberti non progetta, esegue le sue opere pezzo per pezzo, accettando di buon grado l’errore, la goccia che scivola fuori dal segno, la macchia (…) Le figure dai grandi occhi di Giliberti, i suoi “omini”, come li chiama lui, oscillano tra storie che sembravano costruite per l’infanzia, e un senso di inquietudine, come se fossero alla mercé di un pericolo imminente”.
Gilberti ha al suo attivo la pubblicazione di libri illustrati quasi tutti editi da Corraini, tra i quali ricorrono titoli che raccontano proprio ai più piccoli la vita e le opere di artisti contemporanei come Yayoi Kusama, Banksy e Louise Bourgeois. Ma nel progetto per la Casa Alpina si è spinto oltre. Perché le sue opere in gran parte realizzate su carte di 29,7×21 cm sono appese in sale e corridoi dove gli studenti della 4f hanno in precedenza lavorato alacremente. Gli “omini” di Gilberti qui giganteggiano, trasportati con la tempera su muri imbiancati di fresco dopo essere stati selezionati da centinaia di bozzetti realizzati su carte di ogni misura nati da un’unica indicazione: farli vivere nell’incanto del paesaggio che li circonda.
La collaborazione con i ragazzi del Liceo Artistico
Nessuna altra specifica è venuta dal maestro a questi “ragazzi di bottega” che, come nella migliore tradizione rinascimentale, hanno lavorato, cucinato, mangiato e dormito con i “maestri” di cui hanno accettato l’invito in questo limbo sperduto delle Alpi Pennine.
Le dinamiche tra maestro e allievi, tra curatrice residente e artista, tra artista-curatore e artista protagonista in un contesto del genere avrebbero potuto mostrarsi nel procedere complesse. Ma così non è stato. Chi frequenta i percorsi alpini, del resto, sa che un’attività motoria come la camminata migliora le capacità di memoria verbale e spaziale, di attenzione aiutando la formazione di nuove connessioni tra le cellule del cervello. La Casa Alpina di Ollomont è a tutti gli effetti un esperimento felice, i suoi muri un tempo abbandonati ora sorridono senza sosta.
Aldo Premoli
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