È morta Lucia Romualdi, l’artista delle “partiture di luce”
Aveva riaperto il dialogo tra spazio, musica e luce tramite avanguardistiche installazioni e performance in collaborazione con grandi compositori e musicisti
È morta a Roma Lucia Romualdi, l’artista che indagava con straordinaria suggestione il concetto di tempo attraverso un vivo dialogo tra spazio, musica e luce. Il suo percorso artistico l’ha vista dare vita a installazioni e performance organizzate attraverso macchinari ottici, originali composizioni sonore, vecchi filmati e con la lettura matematica “dei vuoti e dei pieni” che si accendevano e spegnevano ritmicamente all’interno di insolite location. Definita “astronauta” da Achille Bonito Oliva, Romualdi conferiva alle proprie opere una forza innovativa e sonora di grande suggestione, creando vere e proprie “partiture di luce” connotate da un lirismo matematico.
Chi era Lucia Romualdi
Attiva nell’ambito della ricerca concettuale, sulla scena italiana e internazionale, dalla fine degli anni Settanta, Lucia Romualdi ha lavorato per decenni in stretta simbiosi con i linguaggi musicali, riaprendo il dialogo tra arti visuali e musica tipico delle avanguardie storiche in un’ottica di trasmutazione, smaterializzazione e continuo fluire di segni e immagini.
Aveva lavorato con grandi compositori come Franco Donatoni, Fausto Sebastiani, Ivan Fedele e Francesco De Gregori (nei celebri Soundings, dedicati al concetto di lontananza attraverso i tabulati delle maree di vari porti del mondo) e con musicisti come Antonio Ballista, Bruno Canino, Stefano Cardi e Claudio Iacomucci. Aprendo più volte il proprio lavoro a luoghi inusuali per indagare là dove erano più significativi i rapporti di funzione tra tempo e spazio, Romualdi ha realizzato tra le altre mostre al MuHKA di Anversa, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al Centre Pompidou di Paridi, nella Recoleta di Buenos Aires, al Museo Pecci di Prato, e a Castel dell’Ovo. È del maggio 2023 l’ultima mostra a Napoli, in Sala Assoli, con l’installazione site specific enigma 33, favola che traspone su un piano poetico e fantastico memorie di guerra e affronta in forma di metafore temi come il potere, le leggi razziali, la prigionia, il nazismo, l’armistizio, la liberazione. “Enigma 33, è un lavoro politico nomade e musicale sulla lontananza, una partitura di luce numerale e cinematica in variazione, un’opera sul concetto di intervallo che si apre alla memoria collettiva, raccontata a bambini e adulti dai pesci/ marionette e dalla barca “vagabondo” che se ne va per mare, accompagnata dalla fisarmonica spazializzata di Claudio Jacomucci e dalla voce narrante di Franco Mazzi che segnano il tempo e il ritmo del mare”, aveva detto la stessa Romualdi.
Il ricordo di Lucia Romualdi da parte di Pietro Marino
“Si è spenta a Roma Lucia Romualdi”, ha commentato sui social il giornalista e critico d’arte Pietro Marino. “Artista multimediale di grande sensibilità – partiture di luci e suoni, geometrie astrali e formule matematiche – aveva vissuto a Bari nei primi anni 70 conquistando protagonismo con installazioni e performances di lirismo concettuale, tra lo studio di Bruno Del Monaco, il Centrosei, la galleria Bonomo. La ricordo con addolorato affetto”.
Giulia Giaume
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