Enzo Cucchi e l’energia del segno in mostra in Abruzzo
“Dal disegno emerge il carattere di ogni creatura umana”, sostiene il prolifico artista marchigiano. Nel borgo abruzzese di Castelbasso, alla Fondazione Menegaz, la mostra che lo racconta
“Se vai a viaggiare dove i disegni battono forte lungo il confine, ti ricordi che il mondo non ha coda”. Così Enzo Cucchi spiega la sua visione dell’arte, affidata all’energia simbolica del segno, principio fondante della sua ricerca. “Nel segno il lavoro di Cucchi trova la sua ragion d’essere”, scrive Ilaria Bernardi, curatrice della personale visitabile presso la Fondazione Menegaz a Castelbasso.
Il segno nell’arte di Enzo Cucchi
Intitolata La Mostra, riunisce una cinquantina di opere (dipinti, sculture e disegni) realizzate tra il 1978 e il 2023 e allestite negli ambienti dell’edificio, articolati e suddivisi su tre piani, all’interno dello spazio espositivo, a poca distanza da palazzo Clemente, sede della fondazione dove è esposta una selezione della collezione – anche questa curata dalla Bernardi – dove figurano opere di artisti delle ultime generazioni come Stefano Arienti, Flavio Favelli, Patrizio di Massimo insieme a lavori di maestri come Ettore Spalletti, Carla Accardi e Mimmo Paladino. Come mai per festeggiare il quindicesimo anniversario della fondazione, nata nel 2008, la scelta è caduta su Enzo Cucchi? “Il lavoro di Cucchi unisce, mediante il suo segno distintivo, disegno, pittura e scultura, conferendo così un valore nuovo alla pittura”, spiega Osvaldo Menegaz, presidente della fondazione.
La mostra di Enzo Cucchi alla Fondazione Menegaz
Molte le sorprese positive, a sottolineare il talento eretico e vulcanico dell’artista, grande sperimentatore, a partire proprio da Senza Titolo (1978), un’installazione che unisce una tela con un grande bastone in ceramica collocato a terra. Situato in un piccolo ambiente all’inizio del percorso espositivo, costituisce un’ottima introduzione alla ricerca recente dell’artista, che unisce appunto pittura, disegno e ceramica. Tra i dipinti presenti nelle sale, colpiscono lavori preziosi ed enigmatici come Stimmata (2018) e Quadro sfinito Post-Pop (2021), dove l’armonia tra gli elementi raggiunge una sintesi molto efficace. Notevole la sezione dedicata al disegno, perfetta nella sua generosità, non sorprendente per uno dei massimi disegnatori contemporanei. “È dal disegno che emerge il carattere di ogni creatura umana; è da come appoggia la matita sulla carta che si capisce se ha o non ha autorità” dichiara Cucchi, per sottolineare l’importanza di questa pratica nella produzione di un immaginario libero ed evocativo come il suo.
Le potenzialità della Fondazione Menegaz
Con questa mostra, che dialoga idealmente con l’antologica di Enzo Cucchi Il poeta e il mago al MAXXI, la fondazione Menegaz appare pronta per effettuare quel salto di qualità che le scelte attente e puntuali di artisti e curatori, condotte per anni, insieme a un ottimo rapporto con il territorio, possono oggi permetterle di fare.
Di che si tratta? In primis di avviare una programmazione espositiva non solo limitata al periodo estivo ma annuale, in maniera da potersi proporre come un’istituzione di riferimento per la regione Abruzzo; e in secondo luogo di chiedere agli artisti progetti site-specific per gli spazi della fondazione, per abitarli in maniera totale e attivarne il Genius Loci.
Ludovico Pratesi
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