23 artisti riflettono a Siena su ambiente, diversità e sostenibilità
250 opere per un dialogo sul paesaggio e le sue declinazioni: è intimo e domestico, è selvatico, onirico o storico e artistico nelle opere di 23 artisti contemporanei
Raggioverde è il raro effetto ottico, dovuto alla rifrazione della luce nell’aria, che lascia intravedere, per poche frazioni di secondo, una lamina luminosa dalla tonalità verde Veronese in concomitanza con il tramontare, o il sorgere, del sole dietro un orizzonte basso e piatto.
Raggioverde, oltre ad essere il famoso film di Éric Rohmer del 1986, è una mostra che dialoga sul paesaggio, o meglio, sulle sue declinazioni: da quello più intimo e domestico, a quello selvatico; dall’onirico a quello storico e artistico, passando per la ricerca scientifica e botanica.
23 artisti (con 250 opere) riflettono insieme sui temi di ambiente, diversità e sostenibilità per un progetto in progress e in collaborazione con il Comune e l’Università di Siena, il Museo dell’Antartide, il Museo e l’Orto Botanico di Siena che nasce da oltre un anno di incontri e confronti con il mondo scientifico, a seguito dei due workshop sul paesaggio.
Raggioverde: gli artisti in mostra a Siena
Nell’eterogeneità dei linguaggi artistici presenti e dei materiali utilizzati, la mostra collettiva presenta una mai scontata uniformità di visione, grazie soprattutto all’allestimento arioso e ben ponderato, capace di guidare l’osservatore tra le sale storiche del VII livello del Santa Maria della Scala.
Come afferma la curatrice, Michela Eremita, la mostra è un primo esito di un programma più ampio, il risultato delle tappe di un lavoro iniziato nel 2022 e che persegue “una metodologia che unisce gli artisti e i ricercatori del mondo scientifico dell’Università di Siena, con l’intento di scoprire ed esaltare i rispettivi punti di vista (a volte inaspettati) sul paesaggio e la sua cura. Si sta venendo a creare una rete di persone e intenti che unisce più contesti cittadini ma anche altri luoghi dedicati all’arte e al paesaggio delle altre province toscane”.
Diversa è la provenienza degli artisti, da nord a sud della penisola, e anche la loro età: dai collettivi emergenti ai nomi più navigati: da Chiara Bettazzi a Loris Cecchini da Luca Pancrazzi a Debora Hirsch, da Pierluigi Pusole a Sophie Ko, per citarne alcuni.
Raggioverde: i workshop a Santa Maria della Scala
Momento di incontro e scambio fondamentale, per la loro ricerca, sono stati i due workshop che hanno messo il paesaggio sotto una lente di ingrandimento, dal micro al macro, portando il visitatore a sguardi del tutto inediti sulla natura, sull’ambiente abitato, sulla struttura naturale delle cose. Grazie alla pluralità, si sono sviluppati progetti partecipativi, come quello di Bernardo Giorgi, o altri più legati alla storia dell’arte senese e alla tradizione del Palio, come nel caso di Elena El Asmar.
Il progetto coinvolgerà infatti anche altri luoghi della città di Siena: l’Orto Botanico con l’intervento “La cura del selvatico”, di Luca Pancrazzi; il Museo Botanico con l’esposizione di due opere di Debora Hirsch, due piante del territorio toscano in via di estinzione; il Museo dell’Antartide con i lavori di Marco Acquafredda e Michele Guido.
Martina Marolda
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