L’Arco di Trionfo di Parigi “impacchettato” da Christo e Jeanne-Claude verrà riciclato
Dalla grande quantità di polypropylene e corde utilizzata nel 2021 per “impacchettare” il monumento parigino, saranno ricavati tende e ombrelloni da utilizzare in vista delle Olimpiadi del 2024
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” è il noto enunciato del chimico Antoine-Laurent Lavoisier, che pare essere valido anche nel mondo dell’arte. A trovare nuova destinazione d’uso, e dunque a trasformarsi in altra “cosa” rispetto alla sua forma originaria, sarà una celeberrima opera d’arte, L’Arc de Triomphe empaqueté di Christo e Jeanne-Claude. La coppia d’arte e di vita ideò l’“impacchettamento” dell’Arco di Trionfo di Parigi più di 60 anni fa, ma la sua realizzazione ha visto la luce nel 2021: per mesi il pubblico parigino (e non solo) ha assistito ai lavori di preparazione dell’installazione, iniziati con il montaggio delle impalcature da cui sono stati “srotolati” i drappi di polypropylene che hanno cinto l’Arco di epoca napoleonica. Un’opera monumentale per dimensioni e per risorse impiegate, a partire dai 25mila metri quadrati di polypropylene argentato e dai 3mila metri di corde rosse utilizzati per l’impacchettamento. Una quantità enorme di materiale che, come spiegato dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, sarà riciclata e trasformata in “strutture ombreggianti e tende” di cui usufruire durante i Giochi Olimpici e Paralimpici che si terranno nella capitale francese del 2024, e rappresenterà un “ottimo esempio della capacità del mondo dell’arte di affrontare le sfide climatiche”.
Gli impacchettamenti di Christo e Jeanne-Claude vengono riciclati
A guidare l’iniziativa è Parley for the Oceans, organizzazione ambientalista nata nel 2012 e impegnata nella protezione degli oceani con progetti che promuovono il riciclo. Con all’attivo collaborazioni con l’azienda produttrice di occhiali da sole Clean Waves e con Adidas, Parley for the Oceans promuove l’educazione ambientale soprattutto nelle scuole, con programmi didattici che coinvolgono istituti di tutti il mondo. L’Arco di Trionfo di Christo e Jeanne-Claude è un “simbolo di ribellione, un incoraggiamento affinché idee apparentemente impossibili possano diventare realtà”, sottolinea Cyrill Gutsch, fondatore e CEO di Parley for the Oceans. “Le corde, il tessuto dell’opera d’arte sono una testimonianza del vero superpotere che noi esseri umani possediamo: l’immaginazione. Creeremo tende progettate per proteggere la vita umana dalle pericolose ondate di caldo. Lo so per certo, insieme possiamo creare una nuova economia in cui le pratiche commerciali dannose, tossiche e di sfruttamento sono una reliquia del passato”. Parley for Oceans si occuperà del recupero del polypropylene e delle corde; mentre il legno e l’acciaio – anche questi utilizzati per l’opera – sono già stati riciclati dalla cooperativa di falegnameria Les Charpentiers de Paris, dai produttori di acciaio ArcelorMittal e Derichebourg Environnement.
Desirée Maida
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