FACE Festival: 10 nuove opere d’arte per trasformare l’Aspromonte in museo all’aperto
L’idea è quella di rendere il Bosco degli Artisti in Aspromonte un museo a cielo aperto. Con la residenza artistica organizzata per l’edizione 2023, sono dieci le nuove opere che entreranno in dialogo con la natura
Giunto alla sua XII edizione, FACE Festival Aspromondo torna a riscoprire le bellezze nascoste della “montagna bianca” calabrese e dei paesi limitrofi, attraverso un percorso che lega l’arte alla natura. L’obiettivo che si cela dietro la rassegna (curata dall’art director Paolo Genoese e dal regista Giacomo Triglia) è quella di far nascere un museo a cielo aperto in Aspromonte, invitando artisti in residenza. Profili montani, attività ricreative e suggestioni naturali saranno d’ispirazione per la realizzazione di opere che andranno ad arricchire il Bosco degli Artisti, incastonato nel Parco Nazionale calabrese.
FACE Festival Aspromondo: 10 nuove opere per il Bosco degli Artisti in Aspromonte
Sono dieci le opere permanenti realizzate durante la residenza artistica 2023 del FACE Festival Aspromondo. Tamara Marino scolpisce una botola di ghisa dorata che, ricollocata nel bosco, assume le sembianze di una porta verso il “mondo dei desideri”, invitando il pubblico ad interagire con la frase Make a wish. La scenografa Federica Sorace, e la sua opera Respiro, porta il visitato ad abbracciare gli alberi con un gesto comune come indossare dei vestiti. Generato, non creato della stessa sostanza della Madre è la grande scultura di Paolo Infortuna, con la quale restituisce al bosco dei nuovi abitanti forgiati nel ferro. Tonino Denami, invece, con un blocco di roccia preesistente, scolpisce un embrione e realizza l’opera Siamo figli della Terra; il collettivo Zeroottouno riflette sull’uomo e sulla sua ossessione di misurare le forze che interferiscono nella vita attraverso l’installazione Vis naturai et tempus. Con La stanza Rossa di Beatrice Valenza (ideata in collaborazione con Maria Teresa Oliva) si entra in un percorso immersivo tra gli alberi delimitato da “pareti” di stoffa rossa semitrasparente. Si prosegue con Prospettiva rifugio e L’Arte non è la cura è la malattia, con cui il collettivo Technelab propone due differenti approcci psicologici per inoltrarsi nel bosco. A queste si aggiungono le opere: l’Ignotodi Giuseppe Negro, Textile Poetry realizzata dalla stilista canadese, Maria Wozniak e l’installazione fotografica ambientale Non accettare caramelle dagli sconosciuti di Larissa Mollace. Un processo di produzione che nasce in diretta connessione tra gli artisti e lo spazio naturale circostante, ma che non può dirsi concluso senza la partecipazione attiva del fruitore.
Valentina Muzi
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