La cooperativa culturale Lungomare di Bolzano festeggia 20 anni: l’intervista ai fondatori
La cooperativa di Bolzano festeggia l’importante traguardo con due giorni di eventi culturali. Abbiamo chiesto ai fondatori Angelika Burtscher e Daniele Lupo di raccontare il loro progetto, sul confine tra etica ed estetica
La ventesima edizione di Lungomare, la cooperativa impegnata nella progettazione e nella produzione di iniziative culturali ad alto impatto sociale, viene festeggiata con un ricco palinsesto di eventi a Bolzano. A partire dalle 12 di sabato 30 settembre e per tutta la giornata di domenica 1° ottobre dibattiti, concerti e performance animeranno la sede di Lungomare. Tra le personalità chiamate a partecipare, gli artisti Marzia Migliora e Martino Gamper, la poetessa performativa marocchina Wissal Houbabi e la dj viennese Seba Kayan.
Insieme ai fondatori Angelika Burtscher e Daniele Lupo, abbiamo ripercorso i vent’anni di vita di Lungomare, sempre con lo sguardo puntato sul futuro.
Intervista ad Angelika Burscher e Daniele Lupo
Come e quando nasce Lungomare? E perché ha questo nome?
Lungomare nasce nel 2003 quando abbiamo terminato l’Accademia di Design dove avevamo studiato insieme. Ci interessava questo territorio, al confine geografico, linguistico, culturale. Noi due entrambi “stranieri” in questa terra su cui potevamo quindi avere uno sguardo ancora “diverso”. Era chiaro che questo era un luogo in cui poter aprire una piattaforma sperimentale di confronto, che affiancasse l’attività del nostro studio (Studio Lupo & Burtscher), e che tramite il design e l’arte potesse mettere in moto discorsi transdisciplinari e approcci diversi al fare cultura. La diversità culturale è stata e continua a essere un’opportunità. Ed è così che abbiamo sempre portato avanti Lungomare, come riflessione costante sulle questioni che pone il territorio su cui agiamo, dal particolare al generale. Se si tratta spesso di aspetti e tematiche che nascono qui, è vero che per lo più risuonano anche altrove, perché in fondo ogni territorio rispecchia in piccolo questioni che riguardano molti altri contesti. E da qui anche l’idea di un “Lungomare” a Bolzano, un luogo che offrisse uno spazio per essere disorientati ma in modo poetico tramite la bellezza che l’arte offre, immaginando di avere il mare di fronte mentre ci affacciamo su splendidi fiumi e siamo circondati da alte montagne.
I festeggiamenti per il ventesimo anniversario di Lungomare è decisamente ricco: cosa dobbiamo aspettarci?
Lungomare 20 celebra il percorso di vent’anni di Lungomare (nata come associazione nel 2003 e cooperativa dal 2020) dando vita a un programma di performance, dialoghi, concerti nella cornice della propria sede, dove sarà anche allestita una mostra di progetti, idee, visioni e impatti, realizzati fino a oggi. Le persone che intervengono in questi due giorni sono tantissime, sono persone a cui ci lega un’amicizia, un progetto che abbiamo sviluppato insieme e anche una ricerca che magari stiamo portando avanti da anni – qui a Bolzano come altrove, in altre città d’Europa. Ma sono anche persone che incontriamo per la prima volta grazie appunto alla ricchezza della rete che ci circonda. Ci piaceva immaginare di festeggiare questo importante traguardo riunendo la nostra comunità e al tempo stesso guardando al futuro di prossime collaborazioni, scambi, dialoghi. Guardare indietro ci serve per guardare avanti: riunirci per immaginare e condividere desideri sul futuro in un agire collettivo che possa rispondere alle urgenze cui siamo chiamati a far fronte.
Lungomare: tra etica ed estetica
A proposito di urgenze: la vostra attività si distingue per una forte condotta attivista. Quanto sono definiti, oggi, i confini tra etica ed estetica?
Tutti i progetti di Lungomare si radicano nel quotidiano, sono calati nell’esperienza reale e concreta che le persone fanno dello e nello spazio pubblico; pertanto, etica ed estetica coesistono e si alimentano a vicenda. Questo confine diventa spesso fluido, dinamico, si muove e in questo muoversi a noi pare che questioni etiche ed espressioni estetiche concorrano insieme ad affrontare problematiche culturali e sociali che ci riguardano e a intervenire a livello politico per attivare processi di trasformazione ed empowerment.
Pensate sia un approccio efficace?
Certo si tratta di una questione molto complessa: se da un lato apre a scenari e pratiche importanti di veicolazione di contenuti per la trasformazione sociale, dall’altro pretende di operare e intervenire con maggiore responsabilità sugli effetti dell’appropriazione di linguaggi di protesta in ambito artistico. Quanta efficacia sottrae ai movimenti e alle azioni degli attivisti la diffusione di questi linguaggi in contesti artistici e culturali? Quanto è attendibile e verosimile che artisti e progettisti si calino nei panni degli attivisti? Questo confine labile che sta riguardando la produzione culturale più recente è certamente uno dei campi d’esplorazione che ci interessa indagare o semplicemente monitorare attraverso i processi transdisciplinari che mettiamo in atto, coinvolgendo accanto ad artist* anche attivist*, scienziat*, geograf*, ed espert* ogni volta divers*.
AS-IF, la nuova pubblicazione di Lungomare
Avete pubblicato un libro che raccoglie tematiche care a Lungomare. Raccontateci di più
Il libro che esce per i 20 anni di Lungomare si intitola AS IF – 16 Dialogues about Sheep, Black Holes, and Movement e riunisce 54 autori in forma di 16 dialoghi, è pubblicato da Spector Books (Lipsia, Germania) e Daniele Lupo e Angelika Burtscher ne sono gli editors. La pratica di Lungomare si basa sul dialogo e sull’ascolto, e inizia i propri progetti sempre tramite un dialogo tra discipline, operatrici e operatori culturali, cittadinanza, artiste e artisti, e naturalmente il contesto che abitiamo, geografico e culturale. Il libro raccoglie dialoghi tra passato, presente e futuro, tra una moltitudine di identità e provenienze: lo scambio, l’apprendimento reciproco e il camminare su terreni diversi e volutamente in bilico, costituiscono la base su cui la pratica artistica e culturale costruisce i propri progetti. Da qui l’idea di invitare 16 autrici e autori tra coloro con cui Lungomare ha lavorato negli ultimi vent’anni, e di chiedere a loro volta di invitarne altrettant* per aprire appunto un discorso a più voci.
Com’è articolato il volume?
Nei quattro capitoli che compongono la pubblicazione – Attivazione di pratiche contestuali, La sfera pubblica come spazio di azione, La condivisione dei saperi, Il senso di appartenenza – sono proposte letture che ci invitano a osare, a guardare oltre, a concentrarci sui possibili cambiamenti per la nostra società e per l’ambiente, e sulle sfide che essi comportano. Tutti insieme ci siamo spinti a esplorare il potenziale insito nella produzione artistica e culturale per creare modi alternativi di leggere ciò che ci circonda, coltivare un agire critico, pensare e plasmare insieme il futuro. Come è possibile non solo esporre valori e forme, ma metterli in discussione? Come possiamo coltivare uno stadio costante di ricerca, anche alla ricerca dell’altro? Le incertezze possono diventare impulsi per rinegoziare il nostro domani? Attorno a queste domande abbiamo anche invitato autrici e autori alla discussione durante due tavole rotonde che saranno al centro di Lungomare 20, mentre Martino Gamper e Marzia Migliora realizzano per il libro due interventi “speciali”.
Vent’anni sono tanti: guardandovi indietro avente rimpianti o siete soddisfatti del lavoro svolto fino ad ora?
Si dice che “l’attesa è la migliore delle gioie” e quindi al momento, in questi giorni di preparativi in cui annusiamo già i festeggiamenti, non possiamo essere altro che felici di condividere con una grande rete di persone, amiche e amici, un momento di celebrazione, scambio, condivisione per stare insieme.
Siamo contenti che Lungomare, grazie alle tante ricerche delle diverse professionalità che intercettiamo, da vent’anni ci dia la possibilità di leggere insieme la complessità di questo mondo, pensando come vogliamo relazionarci e vivere, come vogliamo che le città e le periferie si trasformino e che nuove relazioni vogliamo tessere, oltre confini geografici, culturali, religiosi e linguistici. Penso che Lungomare ci abbia sempre regalato, come continua a regalarci in questi giorni, relazioni mai scontate, vissute, costruite passo dopo passo, relazioni che ci stimolano e ci stuzzicano ad andare oltre, a ricavarci davvero uno spazio per varcare i limiti, di pensiero, desiderio e azione, che spesso percepiamo come invalicabili.
Per saperne di più sul programma di sabato 30 settembre e domenica 1° ottobre, clicca qui.
Alberto Villa
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati