MaleTinte. Dalla Sicilia il collettivo femminile della Resistenza creativa
16 donne tra pittrici, restauratrici, artigiane, scultrici per un collettivo artistico che si nutre di Sicilia, ma guarda al mondo, all'insegna di una fede laica nella terapia dell'arte
Lydia Giordano, giovane attrice e artista catanese, è la creativa mente del progetto, saldamente legato al proprio territorio, ma con lo sguardo rivolto a orizzonti lontani. L’obiettivo? Favorire un dialogo creativo che restituisca spazi pubblici alla comunità, attraverso l’arte. E il significato del nome, MaleTinte, affonda le radici nel dialetto siciliano, attraverso un gioco di parole: “tinto”, infatti, significa scalmanato, pericoloso; ma al contempo è anche sinonimo di vivacità.
La storia e gli obiettivi del collettivo MaleTinte
Il collettivo è nato in modo spontaneo nel 2021, in occasione del decimo anniversario della scomparsa dell’attrice siciliana Mariella Lo Giudice, madre di Lydia e musa ispiratrice di un progetto che celebra la sua memoria senza lacrime, attraverso colore e luce.
Una cerimonia alla vita che si ritrova nell’opera prima delle MaleTinte, il murale O-maggio, che fonde stili diversi per richiamare il mese del risveglio della natura, come metafora di ciclicità. Il lavoro è stato realizzato sulla facciata laterale del Teatro Stabile di Catania, realtà culturale a cui le MaleTinte sono molto legate, con il sostegno della direttrice Laura Sicignano e il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti, sviluppandosi come un’onda Pop floreale e onirica.
L’impegno sociale di MaleTinte e il sostegno alle donne iraniane
Il collettivo è mosso da un profondo impegno sociale. Il manifesto grafico La treccia, per esempio, ha portato le MaleTinte anche fuori dal territorio siciliano toccando più Paesi. Sostenendo le proteste delle donne iraniane contro i crudi delitti compiuti sulla loro pelle, le artiste siciliane hanno voluto utilizzarel’arte come denuncia, raccontando l’urgenza di reagire, anche in dialogo con il collettivo WaW di Roma, che ha partecipato all’ideazione e alla realizzazione di un manifesto. Centrale, il profilo di una donna con una treccia di capelli a cui aggiungere corde, scampoli di tessuto o steli di fiori, per creare un “nodo di desideri, presenza, continuità”. In nome della libertà.
I progetti di MaleTinte in Sicilia
Territorio e sensibilità artistica qui camminano fianco a fianco. “Sentivo che gli artisti avessero bisogno di fare rete per la società perché talvolta non ascoltati, per sottolineare che il ruolo di ciascuno ha un valore” spiega Lydia Giordano “La poesia è fatica, a volte ti senti come se la tua arte fosse ineffabile, in realtà ciò che crei e racconti resta”. E infatti ogni artista del collettivo porta il suo contributo alla società, chi attraverso il teatro come Giordano, chi con la pittura o con l’arte visiva… Non c’è una sola rete di riferimento. Comun denominatore è la volontà di ridare vita a elementi del passato, accantonati, perché la bellezza oggi ha un senso se sostenibile,
Ne è esempio Di ferro, di rose di ombre, l’installazione nata come costola creativa dello spettacolo al Teatro Stabile Donne in guerra, con la regia di Laura Sicignano. Partendo dal recupero di oggetti abbandonati nei magazzini del teatro catanese, il collettivo ha creato un Giardino delle rovine, che introduce a un percorso sensoriale tra luci e ombre, dove la memoria non è oblio, ma rinascita.
MaleTinte è una scommessa, quella di entrare una nell’ispirazione dell’altra, per concretizzare una sorta di “terapia dell’arte”: il collettivo non ha una sede fissa, vive lo spazio e il tempo senza renderli lacci, ed elegge a proprio studio temporaneo il luogo in cui, di volta in volta, si realizza una nuova opera.
La Resistenza creativa, forte coraggiosa e appassionata è l’ideale su cui si fonda il collettivo, alla ricerca di una luce di fede artistica laica. Progetti per il futuro? “Il nostro progetto siamo noi. Siamo uguali a noi stesse e mai uguali. Impariamo dagli sbagli, entriamo in crisi e riaffioriamo”. Parlano così le donne di MaleTinte. Ognuna di loro ha un nome: Irene Catania, Claudia Corona, Uta Dag, Annachiara Di Pietro, Lydia Giordano, Martina Grasso, Francesca Franco, Iolanda Mariella, Marinella Riccobene, Monica Saso, Alice Valenti, Agata Vitale L’Aita, Virginia Caldarella, Ljubiza Mezzatesta, Roberta Normanno, SinMetro.
Gaia Carnesi
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