Al museo GAMeC di Bergamo c’è un grande neon di Valerio Rocco Orlando
L'intervento è parte del progetto partecipativo in tre tempi 'Vite operose' voluto dalla Guido Berlucchi, che tra Franciacorta e Capitali Italiane della Cultura coinvolge la cittadinanza in opere pubbliche sul tema del lavoro
“Chi diventare?” Con questa domanda esistenziale scolpita nel neon le Vite Operose di Valerio Rocco Orlando invadono Bergamo, Capitale Italiana della Cultura 2023. Si tratta del secondo passaggio del progetto diffuso e comunitario commissionato dalla GuidoBerlucchi e curato da Caroline Corbetta, iniziato al Castello Berlucchi di Borgonato con il messaggio “Il lavoro ha diversi volti” e che terminerà nella Capitale gemella Brescia, il prossimo 26 settembre, al Museo di Santa Giulia.
L’installazione luminosa trova posto nel cortile della GAMeC (se pure temporaneamente, in attesa dell’apertura del cantiere del nuovo museo), collocandosi all’interno di un processo di rinnovamento che coinvolge l’istituzione e la città intera nell’anno da Capitale della Cultura. L’opera, a detta dell’assessora alla Cultura di Bergamo Nadia Ghisalberti e del direttore del museo Lorenzo Giusti, nasconde una volontà: quella di comprendere, valorizzare e “attivare” i giovani attraverso un quesito profondo che è generazionale e allo stesso tempo universale e istituzionale.
Il carattere cooperativo delle ‘Vite Operose’ di Valerio Rocco Orlando
Il progetto di Orlando è a tutti gli effetti “partecipativo”, e realizzato attraverso dei cicli di laboratori con soggetti terzi. A Bergamo l’artista ha lavorato con un gruppo di studenti del rinnovato Politecnico delle Arti (dove insegna anche lo stesso Orlando) sul tema della relazione tra il sistema educativo e il mondo del lavoro (al centro, quest’ultimo, di tutto il progetto) a partire dal “pensare la città come una scuola”, coniugando la pratica artistica con la pedagogia e gli studi urbani. Nella città di Brescia, invece, è stato approfondito il tema della relazione tra il lavoro e l’interculturalità con una comunità composta da collaboratori di diversa provenienza che cooperano con Fondazione Brescia Musei e mediatori artistico-culturali della delegazione locale del Gruppo Fai Ponte tra culture.
Orlando, in seguito a questi incontri, ha quindi selezionato due frasi, una per ogni riflessione collettiva, da trasformare in altrettante sculture di luce che entreranno nelle collezioni delle rispettive istituzioni ospitanti come patrimonio pubblico.
“La dimensione processuale e laboratoriale della mia ricerca è parte integrante della produzione dell’opera, che ha l’obiettivo di parlare, attraverso la voce e la grafia dei partecipanti, alla città intera”, racconta Valerio Rocco Orlando. “Se l’artista si assume la responsabilità dell’ideazione del progetto e della sua attivazione fino alla formalizzazione della scultura, al contempo gli abitanti si fanno mediatori di un dialogo aperto al territorio”. L’artista, nelle parole della curatrice Corbetta, è in grado “attraverso la sua metodologia laboratoriale […] di imbastire un clima di fiducia, partecipazione e confronto tra individui che simbolicamente incarnano istanze diffuse in Franciacorta e nelle città di Bergamo e Brescia“.
La Casa dei Talenti Berlucchi
È proprio con il ciclo Vite Operose che Guido Berlucchi ha dato il via al nuovo format Casa dei Talenti Berlucchi, diretto da Caroline Corbetta– curatrice d’arte contemporanea e membro del CS di Academia Berlucchi, nata nel 2019 – e volto a realizzare programmi culturali di rigenerazione e promozione del territorio della Franciacorta in un’ottica di sostenibilità umana e ambientale. “In Berlucchi, abbiamo subito sposato il progetto Vite Operose per la sua idea forte di ricucitura, attraverso un trittico di opere, scaturite da un confronto con le comunità locali, tra città e territori che hanno sempre vissuto di un sano antagonismo” ha commentato Cristina Ziliani, responsabile delle relazioni esterne e con-titolare dell’azienda. “Sono molto orgogliosa di questa iniziativa condivisa anche con le più prestigiose istituzioni di queste due città e mi auguro che questa visione possa diventare uno stimolo per molte altre aziende di quest’angolo felice d’Italia”.
Giulia Giaume
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