Ecco come è Panorama a L’Aquila. La manifestazione di Italics secondo Ludovico Pratesi
Una mostra, quella promossa dal consorzio delle gallerie, che sembra sempre più esprimere la qualità e la vitalità dell’arte italiana. L’opinione di Ludovico Pratesi
“L’Aquila, sole pieno, cielo azzurro, felice di disegnare” scrive Gianni Caravaggio su un foglio di appunti, parte dell’installazione Bandiera naturalizzata (L’Aquila) ,2023, concepita nella sua struttura quasi come un omaggio ad un grande maestro abruzzese, Ettore Spalletti, ed esposta al piano nobile di palazzo Rivera nel corso di Panorama L’Aquila, curata in maniera impeccabile da Cristiana Perrella, che succede a Vincenzo de Bellis, e promossa dal consorzio delle gallerie Italics.
Panorama a L’Aquila
Proprio qui, nelle sale del nobile edificio ancora in restauro, privo di pavimenti ma riaperto per l’occasione dopo anni di lavori, si percepisce l’attenzione posta da Perrella in una scrittura curatoriale limpida e mai banale, giocata su dialoghi tra opere selezionate in maniera consapevole e a tratti di notevole raffinatezza, soprattutto nel dialogo tra antico e contemporaneo, spesso di qualità ed ambizioni museali. Tanti i momenti alti, come la sala incentrata sul contrappunto tra le quattro immagini scattate da Luisa Lambri ad alcuni dettagli di affreschi parietali della Casa di Giulia Felice a Pompei (Untitled (Casa di Giulia Felice) ,2020) e l’enigmatico San Michele Arcangelo, 1330-1340, una scultura lignea attribuita al Maestro della Madonna del Duomo di Spoleto. In una sala attigua, a ricordare la natura ancora incompiuta dell’edificio, i bassorilievi scuri , grezzi e materici di Nicola Martini (Senza titolo, 2020) introducono ad un ambiente piccolo e seminascosto, in aperto contrasto con la magnificenza delle sale in infilata , impreziositi da affreschi neoclassici , dove Ad Minoliti ha ricreato l’atmosfera torbida e ambigua di una sorta di nursery, dominata dalla scultura di un lupo Ezechiele a grandezza naturale, abbinato ad un wall drawing e due opere astratte (TUTTI, 2022; MARVIN, 2022 e Lobe with Peligro:Mostrx by Feli Quipe, 2022).
Gli artisti di Panorama a L’Aquila
Sorprendente l’opera di Cristian Frosi Audio 03 Peacock, 2005, che abbina ad una piccola fotografia della coda di un pavone un audio dei richiami dell’animale, mentre l’atmosfera onirica e sognante del video di Robin Rhode Untitled (Air Guitar), 2005 introduce idealmente agli ambienti delle cantine del palazzo. In una stanza dal soffitto basso viene proiettato il potente video di Mircea Cantor Aquila non capit muscas, 2018, mentre nel sotterraneo più basso appare uno dei dialoghi più intensi e suggestivi di Panorama: i grandi disegni grotteschi e allucinati di Diego Perrone (Maschera dell’idiota (Adolfo Wildt), 2013, disposti a semicerchio intorno al Compianto con Maria, san Giovanni Evangelista e Giuseppe di Arimatea (o Nicodemo), una scultura rinascimentale in marmo del 1505 circa.
Da Lucio Fontana a Giorgio Morandi
Se il palazzo Rivera possiede il fascino dell’incompiuto, tutt’altra atmosfera si respira nel palazzo de Nardis, ancora abitato. Qui nel bel cortile colonnato è installata l’opera di Lucia Cantò Restrizione emotiva, 2022, composta da una serie di vasi colorati in ceramica e legata all’interazione con la comunità veneta di Malamocco. Nelle scuderie del palazzo si mimetizzano con le ombre della parete le composizioni in crine di cavallo di Cristiane Lohr Pferdehaarbeiten , 2010-23 , mentre in tre salotti del piano nobile dialogano con gli arredi ottocenteschi gli scatti fotografici di Armin Linke eseguiti all’interno del Laboratorio Nazionale di Fisica del Gran Sasso, oltre a capolavori come il Crocefisso 1954-55 di Lucio Fontana, un disegno di Giorgio Morandi, Natura morta , 1948, e una tela di Piero Golia che ironizza sui ritratti rinascimentali: from Ritratto di Giulio II (Raffaello 1511), 2022. Il sontuoso interno dell’Oratorio di Sant’Antonio dei Cavalieri De Nardis ospita l’opera di Massimo Bartolini In a Landscape, 2017, una sorta di grande carillon che reinterpreta una composizione di John Cage, mentre in un negozio sfitto del centro storico Luca Trevisani ha appeso alle pareti tre scarpe scolpite nel pane (Ai piedi del pane, 2022).
Le opere di Paolo Icaro a Panorama
Negli spazi storici diversi le opere da non perdere, tra le quali spicca per suggestione e monumentalità la scultura in vetro colorato di Pascale Marthine Tayou Il Genio dell’Aquila, 2023, al centro del chiostro della Corte dei Conti, mentre appare meno efficace l’opera di Anri Sala Fragmentarium II (Afternoon/Russo) 2023, collocata nel Casino delle Delizie Branconio, affrescato da un allievo di Raffaello all’inizio del Cinquecento. Tutti sorprendenti gli interventi degli artisti più giovani , dalle sculture di zucchero colorato di Alek O. Senza titolo (Il giorno della fine non ti servirà l’inglese) , 2023 nella vetrina del Caffè Fratelli Nurzia , all’installazione concettuale di Stefania Carlotti Spring sunset, 2019 che trasforma un negozio di dischi nel set di un concerto immaginario , fino ai gonfaloni dipinti su stoffa da Diego Gualandris delle due serie Paradiso dei pappataci , 2023 e Il cane dell’angelo, 2022, allestiti nei locali della Libreria Polarville. Infine, nel cortile del Maxxi si possono ammirare due opere recenti di Paolo Icaro, Gravità e Il Segno dello Spigolo, entrambe del 2023: segno inequivocabile della grande vitalità dell’arte italiana, che in un contesto sempre più qualificato come Panorama esprime un’energia ed una qualità davvero significativa.
Ludovico Pratesi
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