Bacon, de Chirico, Balla, Monet. Che fine hanno fatto le opere di Gianni Agnelli?
Appartenenti alla collezione di Giovanni Agnelli e poi ereditati dalla moglie Marella Caracciolo, le opere sono oggi contese dalla figlia Margherita e dai nipoti Elkann. I quadri però sembrano spariti nel nulla. Si trovano in Italia o all’estero?
Una delle collezioni d’arte più importanti d’Italia è nelle ultime settimane al centro dell’attenzione mediatica, e non solo per i grandi nomi facenti parte di questa raccolta, ma anche e soprattutto per le turbolente vicissitudini che le vedono protagoniste. Fulcro della vicenda è la dibattuta eredità di Giovanni Agnelli, imprenditore e patron della FIAT scomparso nel 2003: alla sua morte, tre proprietà immobiliari sono passate alla moglie Marella Caracciolo (scomparsa nel 2019), comprese le opere d’arte contenute al loro interno. Opere, queste, che rappresentano solo una parte di una collezione che conta centinaia di pezzi, raccolte nell’arco di una vita da Giovanni Agnelli insieme alla moglie, con la quale condivideva la passione per l’arte. Il risultato di questa passione è la nascita, nel 2002, della Pinacoteca Agnelli, situata all’ultimo piano del Lingotto a Torino e progettata da Renzo Piano.
Le proprietà immobiliari di Agnelli andate, dopo la sua morte, “per l’usufrutto vitalizio” alla moglie e per “nuda proprietà” ai figli Margherita ed Edoardo (morto suicida nel 2000) si trovano a Torino (Villa Frescot), a Villar Perosa e a Roma (un attico vicino al Quirinale); al loro interno si trovavano quadri a firma di Bacon, Monet, Balla, de Chirico e Gérôme. “Si trovavano” perché, adesso, pare che le opere siano scomparse e che non si trovino nemmeno nel caveau in Svizzera indicato da Margherita Agnelli, che ha ereditato i quadri dopo la morte della madre Marella.
I capolavori della collezione Agnelli ereditati da Margherita Agnelli
Della vicenda, che sarà al centro della puntata di Report in programma su Rai Tre domenica 15 ottobre 2023, ne scrive in un lungo approfondimento sabato 14 ottobre il Corriere della Sera, che prova a ricostruire i diversi passaggi della storia. Alla morte di Marella, Margherita entra in possesso dei tre immobili, che nel frattempo sono concessi in comodato d’uso al figlio John Elkann. Dalle case, stando alla denuncia fatta dal legale di Margherita, Dario Trevisan, al Tribunale di Torino, “risultavano ammanchi di beni di ingentissimo valore di proprietà del padre”. Un ammanco di diversa natura è stato invece messo in luce dai fratelli Elkann (oltre a John, anche Lapo e Ginevra), figli di Margherita, facendo notare che “l’inventario dei beni contenuti nell’immobile di Roma, firmato da Marella e Margherita, non contiene volutamente la pagina 75, espunta, nella quale erano stati indicati tali quadri”. Secondo gli Elkann, la pagina in questione sarebbe stata strappata perché i dipinti sarebbero stati di proprietà di Marella, e quindi non rientranti tra i beni ereditati dalla madre Margherita. In poche parole, i quadri da Margherita avrebbero dovuto passare direttamente ai nipoti. Le contese legali sulla proprietà delle opere e sulle carte esistenti che possano attestare chi effettivamente abbia ereditato cosa, sono in corso; ma un altro aspetto è altrettanto urgente da chiarire: che fine hanno fatto i dipinti di Monet, Bacon, de Chirico, Balla e Gérôme? Si trovano ancora in Italia o sono all’estero?
Desirée Maida
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