Un’azione performativa diventa pittura. La mostra di Iginio De Luca a Roma
A 10 anni dal blitz realizzato davanti al Quirinale per denunciare l’impasse delle elezioni del Capo dello Stato, l’artista immortala quel momento su tela. Personaggi, sguardi e gesti rievocano l’operazione con la stessa carica ironica e riflessiva del passato
Era il 2013 quando Iginio De Luca (Formia, 1966) faceva rotolare sulla Piazza del Quirinale due grandi dadi per denunciare lo stallo delle elezioni del Presidente della Repubblica (con la riconferma successiva di Giorgio Napolitano). “A me bastava che i dadi toccassero terra, anche per pochi secondi. Poi, come quasi in tutti i blitz, sarebbe arrivata la polizia, mi avrebbero fermato”.
Oggi, quella breve e intensa operazione nata dall’artista, torna ad esprimersi con la mostra Ca Maronn c’accumpagn, ospitata negli spazi di Blocco 13, a cura di Adriana Polveroni. Il quadro di grandi dimensioni diventa una finestra temporale dove il pubblico può affacciarsi e rivivere quella quell’exploit rapidissimo avvenuto dieci anni fa.
Ca Maronn c’accumpagn: la mostra di Iginio De Luca
L’espressione accusatoria (ma anche divertita) del carabiniere in primo piano che ammonisce e blocca il blitz, è in contrasto con l’espressione soddisfatta dell’artista che, nel suo grembiule bianco, porta via i dadi a cui aveva affidato la sorte dell’Italia.
I dettagli si svelano, uno ad uno, mostrando un momento preciso del blitz: la sua fine.
Un passaggio importante perché con il suo quadro, Iginio De Luca offre tutti gli elementi al pubblico per poter immaginare cosa possa essere successo, come si sia potuta svolgere un’operazione tale in uno dei luoghi più sorvegliati della Capitale. “Quando De Luca afferma che gli ‘bastava che i dadi toccassero terra’, ci suggerisce che tutta l’azione, l’intero blitz con il quale l’artista si sarebbe appropriato, anche per un solo istante, di un luogo altamente istituzionale e sorvegliatissimo (vero reenactment situazionista!) era la parte più importante del lavoro, che non avremmo mai visto, ma che possiamo immaginare” spiega nel suo testo critico Adriana Polveroni. “Da questo punto di vista, direi che il lavoro di Iginio De Luca sia da sempre molto poetico, in quanto invito all’immaginazione, a completare la sua opera, ad accompagnare il gesto dell’artista. Facendo diventare anche noi, non solo complici, ma un po’ situazionisti. Almeno con la fantasia”.
Ca Maronn c’accumpagn: parola all’artista Iginio De Luca
“Ho impiegato dieci anni a fare questo quadro, mi piace che sia un ponte tra il blitz del 2013 e il lavoro statico, contemplativo, quasi accademico di oggi”, racconta l’artista. “Io nasco figurativo, la mia natura è pittorica e ho un desiderio di pittura molto intenso, perché la pittura ha una profondità enorme mentre la foto è piatta e anche nei miei blitz c’è una figurazione molto forte, un’attenzione ai colori, ma non ho mai mostrato questo lato del mio lavoro. Quindi, in un certo senso questo quadro diventa un blitz con me stesso. La critica politica è sempre drammaticamente attuale, nel mio caso fare pittura non denota una scelta estetica, ma diventa un fare politico perché le motivazioni del blitz di allora rimangono attuali”, continua De Luca. “La pittura si contamina, ribadisce che la politica è impotente a gestire i problemi reali delle persone e io denuncio questa realtà con questo quadro. Fermare il tempo, far durare dieci anni quella manciata di secondi, per me significa confermare, in altro modo, la mia posizione di dieci anni fa. Ho scelto proprio quel blitz perché non aveva nessun rapporto con la pittura. Presentare oggi solo questo lavoro, con il quale il pubblico dovrà confrontarsi, significa anche riattivare quel blitz. Mi piace pensare che tutto si può trasformare”.
Valentina Muzi
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