A Napoli la prima mostra italiana dell’artista londinese Jadé Fadojutimi
Gioie, traumi, parole e immagini attraversano i grandi dipinti e i disegni dell’artista londinese. Una pittura in cui scompare il limite tra astrazione e figurazione
La quarta stagione di Zweigstelle Capitain, la sede itinerante di Galerie Gisela Capitain, riparte da Napoli con Jadé Fadojutimi (Londra, 1993). La quotata artista londinese, alla prima mostra personale in Italia, colora gli spazi già vivi di Palazzo Degas con Why wilt when? When wilt why? A smile can appear in an echo of laughter, mostra di nuovi lavori dalla grande forza evocativa. Dispositivi visivi palpitanti, flusso emotivo in cui solo in apparenza scompare la necessità di scegliere, comprendere e riconoscere ciò che scorre davanti agli occhi.
La mostra di Jadé Fadojutimi a Napoli
Attraversando le sale del centralissimo Palazzo Degas, le vernici di Jadé Fadojutimi rivelano l’accesso a realtà complesse in cui materialità e astrazione evocano narrazioni accennate. Ambienti immersivi e vivaci, metafore visiveche raccontano campi di fiori occultati in una giungla di acrilici e colori a olio. La figurazione è intermittente, i frammenti citati conservano la propria riconoscibilità almeno quanto le possibilità di radicali reinterpretazioni. Non c’è pallore, tonalità accese in grandi strati sovrapposti si espandono per guadagnare spazio, fino a invadere la totalità delle tele. Accanto ai dipinti di grande formato, disegni su carta segnano le pagine di un’agenda allegorica capace di proiettarsi da un campo all’altro, dalle gioie ai traumi, dalla parola all’immagine e viceversa. Dagli sketches, la pratica del disegno come esperienza emotiva. Dai colori, la creazione.
Raffaele Orlando
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