Rappresentazione, movimento, segno. Julian Opie in mostra a Roma
L’artista inglese presenta le sue figure in movimento, semplificazione formale di soggetti intercettati in strada e ripensati come icone moderne
Linee nette e marcate disegnano silhouette stilizzate che si muovono sulle pareti. Si spostano in gruppo o in solitaria, guardandosi attorno, ma solo un paio hanno il volto rivolto verso lo spettatore.
Sono le tredici nuove walking figures dell’artista Julian Opie (Londra, 1958), che animano gli spazi espositivi della Galleria Valentina Bonomo, a Roma. Ognuna possiede uno stile e un portamento che la differenziano dalle altre; tutte sono colte nella routine quotidiana.
La mostra di Julian Opie a Roma
“Passo il tempo a fotografare le persone in strada, e ancora di più a scegliere su quali lavorare”, spiega l’artista: “Ci sono molte persone che è impossibile riprodurre, perché c’è qualcosa che non va nell’immagine. Quando individuo i soggetti adatti, gioco con loro combinandoli e mescolandoli in gruppi”.
Opie lavora sui suoi soggetti “spogliandoli” dei dettagli e arrivando all’essenza della forma attraverso un processo di minimalizzazione del segno. Il risultato, però, è un susseguirsi di figure che, seppur essenziali, non perdono il loro carattere, offrendosi al pubblico come icone moderne di un gioco complesso tra natura e artificio, tra il segno e la realtà osservata e sperimentata.
Le figure in movimento di Julien Opie a Roma
“Per Opie le ‘walking figures’ rappresentano il simbolo universale del movimento e della progressione. Con il suo stile semplificato l’artista porta lo spettatore a concentrarsi sull’idea del movimento piuttosto che sull’individualità delle stesse figure”, spiega il direttore di SODA Gallery di Manchester, Valentino Catricalà, nel testo di accompagnamento alla mostra.
Un movimento che rivoluziona la percezione dello spazio in cui queste figure vivono, creando un nuovo rapporto con l’architettura. Ma a modificarsi è anche il comportamento di chi guarda, interagendo con le figure stesse: mentre passeggia per lo spazio della galleria, il pubblico si riconosce nelle walking figures, tanto nei movimenti quanto nei gesti. Un espediente per invitarci a riflettere sulla società, identificandoci in queste nuove icone contemporanee.
Valentina Muzi
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