Luce e atmosfera. Matvey Levenstein in mostra a Roma
Paesaggi e composizioni floreali immersi in atmosfere calde e tenui. Le opere del pittore russo si mostrano nella galleria Lorcan O’Neill, tra romanticismo e prospettive cinematografiche
Fiori orientali recisi in un vaso di vetro, sul punto di sfiorire: peonie e rami di ciliegio, disposti in composizioni di imperiale e caduca bellezza; il riverbero della luce attraverso l’acqua sulla superficie di un tavolo. Paesaggi silenziosi, invernali: il sole argentato attraverso la nebbia, il mare mosso, la pioggia. Sono visioni che persistono a lungo e in profondità nello sguardo di chi visita la mostra di Matvey Levenstein (Mosca, 1960), nella galleria romana di Lorcan O’Neill.
La mostra di Matvey Levenstein a Roma
Dieci incantevoli lavori, tra i più recenti, di un raffinato pittore cresciuto in Russia sotto il regime di Brežnev, ma fin da giovanissimo residente a Vienna, a Roma e negli USA, per sfuggire ai dettami di un Realismo Sovietico poco adatto a esprimere la sua vocazione intimista: sulle tele di lino, attraverso successive velature di colore a olio condotte in lunghi periodi di tempo, Levenstein riesce a lambire un sublime burkiano, materializzandolo nel quotidiano. Evocando cronache minime di accadimenti atmosferici e variazioni di luce che ricordano gli olandesi del XVII secolo, le vedute romantiche di Caspar David Friedrich, John Constable e John Atkinson Grimshaw; ma anche la sobrietà tonale e le manifestazioni meteorologiche di Vija Celmins, le angolazioni cinematografiche di Andrei Tarkovsky e l’equilibrata dialettica spaziale di Yasujirō Ozu.
Mariasole Garacci
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