MAXXI Bulgari Art Prize. Chi sono i finalisti della quarta edizione

Il premio promosso dal museo con la maison romana punta a valorizzare la giovane arte contemporanea. A Parigi annunciati i nomi dei tre finalisti: Benassi, Hamouda e Diaw. All’arte digitale spetta per la prima volta una menzione speciale

Un anno fa, fu Alessandra Ferrini ad aggiudicarsi il MAXXI Bulgari Art Prize, e oggi l’opera che le è valsa il titolo – Gaddafi in Rome: Notes for a Film – fa parte della Collezione del MAXXI Arte, come quelle dei vincitori che l’hanno preceduta (Diego Marcon e Tomaso De Luca). Il premio nasce infatti nel 2018 dalla sinergia tra il museo romano per le arti del XX e XXI secolo e la maison Bulgari con l’obiettivo di sostenere e promuovere la giovane arte contemporanea, ereditando il ruolo del precedente Premio per la Giovane Arte, che negli anni ha costituito il nucleo fondante della collezione d’arte del MAXXI, rivelandosi al contempo un importante trampolino di lancio per molti artisti (tra i finalisti delle precedenti edizioni anche Yuri Ancarani, Giorgio Andreotta Calò, Massimo Bartolini, Vanessa Beecroft, Marinella Senatore, Nico Vascellari, Francesco Vezzoli).

I finalisti della quarta edizione del MAXXI Bulgari Art Prize

E presso l’Ambasciata d’Italia a Parigi, nel pomeriggio del 19 ottobre 2023 (nel pieno dell’Art Week parigina che ruota intorno a Paris+), si concretizza l’annuncio dei tre finalisti della quarta edizione: Riccardo Benassi, Monia Ben Hamouda e Binta Diaw. A maggio 2024 le loro opere site specific, realizzate appositamente per il Premio, saranno esposte al MAXXI (nella mostra a cura di Giulia Ferracci), e la giuria decreterà un vincitore, il cui lavoro sarà, come consuetudine, acquisito dal museo.
Ma quest’anno, per la prima volta, il Premio prevede anche una menzione speciale al miglior progetto digitale (MAXXI Bulgari Art Prize for Digital Art), assegnata a Roberto Fassone.
A selezionare i finalisti dalla rosa dei candidati – individuati da figure di spicco del panorama dell’arte contemporanea in Italia: curatori, ricercatori, critici e giornalisti – la giuria internazionale composta da: Francesco Stocchi, Direttore artistico MAXXI; Nicolas Bourriaud, Direttore del collettivo curatoriale Radicants e Direttore artistico della 15^ Biennale di Gwangju (Corea del Sud); Diana Campbell, Direttrice artistica della Samdani Art Foundation (Dhaka, Bangladesh) e Chief Curator Dhaka Art Summit; Andrea Lissoni, Direttore artistico della Haus der Kunst di Monaco di Baviera; Ute Meta Bauer, fondatrice e Direttrice del NTU Center for Contemporary Art di Singapore e Direttrice artistica della Contemporary Art Biennale 2024 di Diriyah (Arabia Saudita).

Il profilo dei finalisti

La scelta della giuria si è concentrata, all’unanimità, su tre profili diversi ma complementari.
Riccardo Benassi (Cremona, 1982, vive e lavora tra Berlino e Bergamo) è un artista multidisciplinare che combina elementi sonori, visivi e performativi, per creare narrazioni liquide caratterizzate da una dimensione temporale, performativa e in continua evoluzione.
Monia Ben Hamouda (Milano, 1991, vive e lavora tra Milano e al-Qayrawan, Tunisia) è un’artista visiva di origine italiana e tunisina, impregnata a indagare la sua eredità generazionale attraverso quello che definisce “un processo sciamanico”. Il suo linguaggio visivo è dunque intriso di simbologia culturale e rituale.
Binta Diaw (Milano, 1995, vive e lavora a Milano) è un’artista visiva senegalese-italiana, che cerca di decostruire i processi che hanno portato alla strumentalizzazione dei corpi nella storia.
Mentre Roberto Fassone (1986, vive e lavora a Firenze) si aggiudica la menzione per l’arte digitale grazie al lavoro sulle strutture invisibili, sui processi creativi e le realtà parallele. Dal 2022, in collaborazione con Sineglossa, associazione che lavora a confine tra nuove tecnologie e arte contemporanea, indaga la relazione tra intelligenza artificiale e dataset.

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Redazione

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