Zazà Ramen. Il ristorante di Milano che vorrebbe essere un museo d’arte contemporanea
Una nuova opera di David Tremlett sarà visibile per sei mesi nell'ingresso del ristorante in Brera che festeggia 10 anni all'insegna dell'arte
Un nuovo ingresso, per celebrare i dieci anni di attività e le molte collaborazioni con i grandi nomi dell’arte contemporanea mondiale: così il milanese Zazà Ramen sake bar & restaurant presenta al pubblico, negli spazi di via Solferino, l’intervento site specific BBZR23 dell’artista inglese David Tremlett (Sticker, 1945), noto per le sue grandi opere dedicate alla luce. Che qui porta due opere, sorelle e complementari, nello stile contraddistingue le ultime produzioni: geometrico, eppure organico, calibratissimo, ma con un elemento di casualità.
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Il ritorno di David Tremlett da Zazà Ramen
Visibile dal 21 ottobre 2023 al 21 aprile 2024 e affiancato da un testo critico di Irene Sofia Comi, il doppio wall drawing posto sulle pareti a destra dell’ingresso è un ritorno, per l’artista della Cornovaglia, nei confortevoli spazi di Zazà. Il titolare del ristorante e collezionista, Brendan Becht, aveva infatti inaugurato il programma di arte contemporanea del locale chiamando proprio Tremlett, nel 2014, per realizzare tre disegni in altrettante nicchie del piano inferiore, ancora visibili tra le fotografie delle performance di Kusama e i tavoli di legno chiaro.
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Nonostante viva e lavori in Inghilterra, Tremlett è molto vicino all’Italia – periodicamente porta le proprie creazioni nelle Langhe, e c’è una sua grande opera murale al Collegio Borromeo di Pavia – e, anche grazie alla lunga amicizia che lo lega a Becht, ha accettato volentieri di ripetere l’esperienza in via Solferino con il rigore e la poesia che caratterizzano la sua opera. Le due forme, piena e cava, che nascono da questa nuova visita milanese gemmano da una griglia di linee rette e curve che stimolano la creazione di blocchi di colore suggestivi e misteriosi, che diventano grazie a una finissima linea di grafite (fondamentale, sottolinea l’artista) una finestra su un mondo altro.
Giulia Giaume
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