Morto l’artista statunitense Robert Irwin. Aveva 95 anni
Irwin, inizialmente associato al movimento Luce e Spazio, era famoso per le installazioni che ricreavano ambienti effimeri e che mettevano in discussione la percezione dell'osservatore
Aveva 95 anni l’artista statunitense Robert Irwin, morto il 25 ottobre allo Scripps Memorial Hospital di La Jolla, a pochi chilometri da San Diego. Inizialmente associato al movimento minimalista californiano Luce e Spazio, Irwin aveva smesso di realizzare dipinti andando a realizzare grandi installazioni che ricreavano ambienti effimeri e talvolta immateriali per indagare la percezione umana. La sua lunga e complessa ricerca artistica, per la quale ha ricevuto premi come il “genius grant” MacArthur nel 1984 ha influenzato con forza il mondo dell’arte degli ultimi 70 anni.
Chi era Robert Irwin
Nato il 12 settembre 1928 a Long Beach, Irwin è cresciuto tra gli Stati Uniti e l’Europa, dove ha lavorato come militare. Tornato a Los Angeles per frequentare la scuola d’arte, Iwrin era poco interessato allo studio, privilegiando esperienze dirette, motivo per cui trascorse otto mesi in isolamento completo in una capanna a Ibiza: le opere astratte che scaturirono da questo periodo lo portarono, alla fine degli anni Cinquanta, a essere acquisito dalla famosa Ferus Gallery (responsabile del lancio di Ed Ruscha e Andy Warhol).
Dai primi dipinti è passato ai dischi curvi in alluminio o acrilico, andando poi a lavorare nell’ambito spaziale, anche attraverso lo studio della deprivazione sensoriale (attraverso un programma del LACMA – Los Angeles County Museum of Art che univa artisti e scienziati). Allontanatosi completamente dalla pittura, negli anni Settanta rielaborò alcuni spazi del Museum of Modern Art di New York e del Museum of Contemporary Art di Chicago, trasformando stanze vuote in luoghi che potessero risvegliare i poteri di osservazione e concentrazione degli spettatori per renderli partecipanti attivi della propria arte.
Irwin, che fino alla fine degli anni Settanta aveva impedito di fotografare i suoi progetti, non ha mai privilegiato un unico medium, realizzando piuttosto grandi opere pubbliche (come aeroporti, monumenti e parchi come il Getty Garden di LA) e temporanee: è così il suo progetto site-specific per la Biennale di Venezia del 1976, dove disegnò un quadrato sul terreno con uno spago. L’ultima grande mostra di Irwin è quella del 2020 Unlights, alla Pace Gallery di New York, accolta con grande apprezzamento dalla critica.
L’impatto nel mondo dell’arte di Robert Irwin
“La scomparsa di Robert Irwin sarà sentita in tutto il mondo dell’arte ed è particolarmente toccante nella nostra comunità e nel Museo di Arte Contemporanea di San Diego”, ha commentato Kathryn Kanjo, direttrice e Ad del Museum of Contemporary Art di San Diego (MCASD), che ospita la più grande collezione museale del lavoro di Irwin, con opere come la famosa installazione del 1997 1° 2° 3° 4°, che inquadra attraverso dei rettangoli le diverse parti di una veduta sull’oceano, o la sgargiante scultura di vetro Spanish Fan. “Il suo lavoro è fondamentale per un certo minimalismo della West Coast. Profondamente impegnato con i limiti e le sfumature della percezione, ha complicato i confini tra l’arte e il suo ambiente, coniando anche il termine “site-conditional”.
Giulia Giaume
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