La Cina è vicina. Colosimo e Bruni in mostra a Torino
Il progetto site-specific presentato da Riccardo Costantini affronta la storia recente e le contraddizioni della Cina, dalla rivoluzione maoista al socialismo di mercato. E c’è persino il busto di Xi Jinping che ruota su un carillon
Nel corso degli ultimi decenni, Gianni Colosimo (Santa Severina, Crotone, 1953) ci ha abituato a sorprenderci. Ogni sua mostra personale, spesso accompagnata da performance, ha desacralizzato con arguzia e ironia i temi affrontati, usando come strumenti di lavoro il cinismo e l’incanto, combinati insieme per offrire una prospettiva alternativa capace di creare un deriva psico-visiva finalizzata al disvelamento dell’arte come sovrastruttura.
Gianni Colosimo, dal secolo del dollaro alle banconote cinesi
Questa nuova mostra è dedicata al nascente secolo cinese e risponde a quella del 2006 presso la galleria Pack di Milano, dal titolo Wallpaper – Il vortice del desiderio è privo di orizzonte, in cui Colosimo creava uno spazio trappola, optical e minimal, usando 100mila banconote da un dollaro trasformate in pavimenti e muri. Era, quella, una celebrazione abrasiva del secolo del dollaro e di tutto quel sistema di influenza e di potere economico-politico, e “ideologico”, che Colosimo aveva osservato nel suo periodo dedito alla speculazione finanziaria come forma d’arte post-situazionista.
Nel 2012, però, nel pieno della globalizzazione, Colosimo faceva produrre un monumentale dollaro di marmo bianco di Carrara con l’effige di Mao al posto di quella di Washington. Da questo ibrido nasce la mostra attuale che, presentata da un racconto di Gianluigi Ricuperati e curata da Marco Enrico Giacomelli, crea un dispositivo multisensoriale giocoso, un caleidoscopio di opere intrappolate dentro una scenografia costruita questa volta con banconote cinesi. La mostra è immersiva ma analogica, influenzata dal teatro d’avanguardia Anni ’70 e ’80, di cui Colosimo è stato un performer riconosciuto.
La mostra di Gianni Colosimo e Luisa Bruni a Torino
Il percorso espositivo inizia con le Apoteosi, un viaggio per francobolli disposti su piccoli quadri decorati con motivi orientaleggianti su foglia argento e oro, opere di Luisa Bruni, che firma ogni intervento manuale lasciando a Colosimo i concetti e le ideazioni di una mostra interamente site-specific, che è anche un’impresa dal punto di vista produttivo. Si prosegue con opere che affrontano alcuni nodi cruciali della storia cinese contemporanea e che si riflettono nei titoli: Ping Pong evoca la diplomazia omonima, Tok mette in cortocircuito il celebre social con Tienanmen, Arricchirsi è glorioso cita il credo della nuova Cina. Ricca di opere che spaziano tra i diversi media, la mostra di chiude con una scultura cinetica, un carillon rivoluzionario che vede il busto dell’attuale presidente a vita Xi Jinping ruotare su una colonna di vasi accompagnato dal canto di sua moglie, la divina cantante e generalessa Peng Liyuan, i cui acuti sono campionati ed elaborati dal tastierista dei Larsen, Paolo Dellapiana.
Nicola Davide Angerame
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