Il dialogo tra il design e il contemporaneo riprende a Ravenna
In occasione della Biennale di Mosaico Contemporaneo sei designer e creativi a collaborare con altrettanti mosaicisti per dare vita a oggetti funzionali che coniugano i linguaggi delle due discipline
Negli anni Novanta, il mosaico vive una stagione entusiasmante uno dei cui picchi è la mostra Oggetti del desiderio. Mosaico e design, allestita a Ravenna nel 1997. Designer di fama come Alessandro Mendini, Ettore Sottsass e Gaetano Pesce riscoprono una tecnica che affonda le sue radici in un passato antichissimo, colgono le sue potenzialità lavorando a stretto contatto con gli artigiani locali e le mettono a frutto in maniera originale. Nel lavoro di Mendini, in particolare, che assume anche la direzione artistica di Bisazza tra il 1995 e il 1999, il mosaico esce dal suo uso consueto, “relegato alle moschee o alle piscine di Miami”, per trasformarsi in materia di creazione tridimensionale. Lo ritroviamo protagonista di pezzi fuori scala come la Poltrona Proust monumentale, alta quattro metri e rivestita con tessere di vetro opaco colorato, o i Mobili per Uomo, scintillanti omaggi alle piccole ossessioni dell’uomo borghese, e perfino di progetti architettonici come la stazione Materdei della metropolitana di Napoli e il Groniger Museum, nel nord dell’Olanda.
Si rifà a queste esperienze ormai storicizzate, e prova a riallacciare i fili del dialogo tra l’arte del mosaico e il design coniugando i rispettivi linguaggi, la mostra Episodi di Mosaico Contemporaneo organizzata dal Comune di Ravenna e dal MAR, il museo d’arte cittadino, e appena inaugurata a Palazzo Rasponi dalle Teste nell’ambito dell’ottava Biennale di Mosaico Contemporaneo. Il legame con il passato è reso esplicito dalla presenza di due opere storiche, una proprio di Alessandro Mendini, realizzata da Luciana Notturni nel 1991, e una commissionata a Gaetano Pesce dal Museo dell’Arredo Contemporaneo nel 1995.
Il progetto: sei designer per sei mosaici ravennati
Il progetto, nato con lo scopo di spronare i creativi di oggi a familiarizzare con la tecnica musiva e inserirla nel loro bagaglio espressivo così come fecero i loro illustri predecessori, è partito diversi mesi fa. La curatrice – Maria Cristina Didero, più che mai sulla cresta dell’onda dopo essere diventata Curatorial Director di Design Miami – ha selezionato sei designer e chiesto loro di immaginare altrettanti oggetti funzionali, destinati a essere realizzati con l’aiuto di alcuni tra i migliori laboratori di mosaico di Ravenna attraverso un mix di perizia artigianale e tecnologie avanzate di sagomatura dei supporti e stampa 3D.
Le realtà locali che hanno partecipato sono Annafietta, il Gruppo Mosaicisti di Marco Santi, Pixel Mosaici con Dimensione Mosaico, Koko Mosaico di Arianna Gallo e Barbara Liverani Studio. “Il vero leitmotiv di questa mostra è la collaborazione”, raccontano ad Artribune. “I designer hanno lavorato a quattro mani con i mosaicisti e osservando i progetti emerge chiaramente come ne siano stati influenzati. Questo esercizio ha senz’altro permesso loro di conoscere meglio la tecnica del mosaico, e può aver innescato una curiosità che li spingerà ad approfondire in futuro”.
Le opere in mostra a Ravenna, sospese tra passato e futuro
I creativi coinvolti hanno impresso alla tecnica musiva una direzione contemporanea, ognuno con la sua particolare sensibilità. Atelier Biagetti ha giocato le carte della teatralità e dell’ironia proponendo Teodorico, una piscina da salotto che inganna i sensi perché sembra gonfiabile e può avere diverse funzioni. “Possiamo immaginare di immergerci nelle sue acque fresche come faceva il re degli Ostrogoti oppure di lanciare una monetina esprimendo un desiderio. È un oggetto che si situa tra il passato e la contemporaneità”, spiega Laura Baldassarri, metà della coppia di designer. Gio Tirotto per la serie di lampade Andamenti (un termine che, nel linguaggio degli addetti ai lavori, indica la determinazione delle linee da seguire) ha lavorato sull’estrema semplificazione andando alla ricerca della struttura minima che potesse accogliere una catena di tessere di mosaico retroilluminata da una striscia LED.
COLTEMPO, il progetto di Marco Guazzini, si compone di una mensola e una scaletta con un lato frastagliato, a ricordare la stratificazione del tempo o la forma di alcuni reperti archeologici, e un lato più lineare. Tessere, del duo italo-sudafricano CARA \ DAVIDE, è un trittico di sedute liberamente interpretabili che parte da una riflessione sul concetto di limite. “Approcciando il mondo del mosaico abbiamo notato l’espediente narrativo usato dai mosaicisti per delineare le figure che si stagliano su un paesaggio. La transizione tra soggetto e sfondo, il contorno, è diventato così una zona di interesse per noi”, chiarisce Cara Judd. Il tavolo Miss Universe dello stilista di origine austriaca Arthur Arbesser rende omaggio alla storia della città romagnola con l’uso del colore blu notte e di motivi tipici dei mosaici antichi come il cielo stellato (un esempio famoso è quello della cupola del mausoleo di Galla Placidia). Verde sospeso di Francesca Lanzavecchia è una collezione di tre cache-pot a forma di colonna che elevano i vasi ad altezza albero creando una piccola foresta domestica, tre piccoli “altari del verde” tra architettura e arredo. “La sfida è stata rendere reale ciò che all’inizio era solo un’idea su carta”, spiega la mosaicista Arianna Gallo, che ha lavorato con la designer. “Ispirandomi alla texture della corteccia degli alberi mi sono avvicinata alla tecnica dell’opus sectile, una tipologia di pavimento antico che non si serve delle tessere a cubetto ma di forme più libere, sagomate e giustapposte. Di solito si usa il marmo, noi invece abbiamo utilizzato uno smalto molto sottile e il vetro per creare delle forme allungate”.
Giulia Marani
Episodi di Mosaico Contemporaneo / Ravenna, fino al 14 gennaio 2024
Palazzo Rasponi delle Teste
A cura di Maria Cristina Didero
www.mar.ra.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati