Rodin e la danza. La grande mostra al Mudec di Milano in collaborazione col Museo Rodin di Parigi
Per la prima volta arrivano in Italia le statue di danzatrici provenienti dal museo parigino, a cui si affiancano disegni e fotografie. La mostra intende ripercorrere la sperimentazione plastica di Rodin ispirata ai movimenti della danza
L’Esposizione Universaledel 1900 ha trasformato Parigi in una città piena di fermento, dove l’espansione economica, il divertimento, la fede nel progresso e nel cambiamento erano gli elementi fondanti della manifestazione. Un’atmosfera vivace in cui si inseriscono anche scoperte importanti come l’elettricità e il cinematografo da parte dei fratelli Lumière, cambiando per sempre la percezione dello spazio e del tempo, ma soprattutto del movimento, approfondito anche da artisti performer provenienti da tutto il mondo per l’evento. Auguste Rodin vive in pieno questo dinamismo, lo stesso che per tutta la vita ha cercato di tradurre nelle sue opere liberando il movimento dal corpo. Sculture sperimentali e disegni realizzati nel 1911 sono oggi riuniti al Mudec di Milano per Rodin e la danza, mostra realizzata in collaborazione con il Museo Rodin di Parigi (e dallo studio di design Dotdotdot che ne ha curato l’allestimento immersivo), a cura di Aude Chevalier, Cristiana Natali ed Elena Cervellati.
Rodin e la danza: la mostra al Mudec di Milano
L’esposizione intende ripercorrere la sperimentazione plastica di Rodin, attraverso oltre cinquanta opere provenienti dal museo parigino, assieme a fotografie e disegni. Nelle tre sezioni in cui è suddivisa la mostra, il pubblico potrà approfondire la fascinazione dell’artista per il movimento della danza “occidentale”, frutto dei diversi incontri con i grandi ballerini dell’epoca, come Isadora Duncan, Loïe Fuller e la giapponese Hanako. Si passa poi al rapporto che univa Rodin alla cultura del Sud-est asiatico, in particolare con la danza cambogiana e la contaminazione tra arte occidentale e orientale; infine, si giunge alla danza contemporanea e alle sue coreografie che (ancora oggi) traggono ispirazione dall’artista francese. Completano la mostra documentari, testimonianzevideo, estrattidi film e un apparato multimedialeche creano un costante gioco di rimandi visivi e simbolici.
Valentina Muzi
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