A Roma cresce il distretto culturale dell’Ostiense. Arriva anche una “pizzeria” d’artista
L’artista romano Daniele Sigalot torna in città dopo oltre vent’anni in giro per l’Europa, inaugurando uno studio che è insieme galleria e spazio per fare rete, in nome dell’approccio ludico che caratterizza la sua pratica artistica
Daniele Sigalot lo definisce un’ibridazione tra “un’officina, una galleria fighetta, un oratorio e un night club”. E in effetti il suo primo studio romano, nel quartiere Ostiense, condensa più attitudini negli ambienti – articolati su tre piani – di un ex magazzino per le spezie (poi deposito di giornali), un tempo al servizio dei Mercati Generali. Sigalot, classe 1976, è nato a Roma, ma negli ultimi 23 anni ha girato l’Europa: prima tra Milano, Barcellona e Londra, inseguendo (con ottimi riscontri) la carriera di copywriter per la pubblicità, poi a Berlino e Napoli, portando avanti una pratica artistica votata al concettuale nella sua forma più ironica. Sin dal nome con cui ha scelto di battezzare lo studio berlinese – La Pizzeria – che lo ha seguito nei diversi traslochi, fin nella Capitale. L’origine, coerentemente con una volontà pervasiva (si direbbe un bisogno creativo insistito e ricorrente) di coinvolgere nel gioco chi guarda, si deve all’idea di generare un cortocircuito tra le aspettative e la realtà: “In Germania non volevo deludere gli stereotipi sugli italiani all’estero, poi a Napoli ha scelto di mantenere il nome, perché mi sembrava divertente aprire l’unica Pizzeria della città dove non si mangiava”.
Il distretto creativo di Ostiense e il caso degli ex Mercati Generali
Ora il quartier generale dell’artista si sposta a Roma, volutamente in un quartiere estraneo alla geografia romana di Sigalot (nato e cresciuto dall’altra parte della città), però interessante per la vivacità del contesto che si sta evolvendo all’ombra (dei ruderi) degli ex Mercati Generali. Via Francesco Negri, che costeggia il complesso nato nel 1921 nell’area industriale di Ostiense per riunire i diversi mercati della città, è oggi distretto creativo con buoni margini di sviluppo: la neoarrivata Pizzeria inaugura in prossimità delle gallerie Sic12 e di The Gallery Apart, e accanto al coworking Opengra. Peccato per l’occasione persa dei Mercati Generali, da quasi vent’anni abbandonati al degrado, trascinati nella palude burocratica che finora ha sempre bloccato sul nascere le proposte di riqualificazione presentate per l’area, sin dai tempi del sindaco Veltroni, che all’epoca avanzava grandi ambizioni di trasformazione. La “città dei giovani” che doveva nascere su progetto di Rem Koolhas, com’è evidente a chi si appropinqua all’imponente complesso esteso su una superficie di 85mila metri quadri, non ha mai visto la luce. E stessa sorte è toccata al progetto proposto durante la fugace amministrazione Marino, come pure all’idea di fare dell’area un fantomatico Lifestyle Center. Dopo lo stallo del mandato Raggi, la squadra del sindaco Gualtieri ha nuovamente inserito gli ex Mercati Generali nel dossier delle opere incompiute cui assicurare un futuro. Al momento, però, tutto tace, e al di là della recinzione di un cantiere mai iniziato crescano rovi e piante infestanti: tra le strutture diroccate dei padiglioni è spuntato persino un “lago” (meglio, un acquitrino a cielo aperto), alimentato dalle acque piovane.
La Pizzeria di Daniele Sigalot. Not making pizza since 2009
Ma dall’altra parte della strada, su via Negri, si respira un’aria diversa. E l’arrivo di Daniele Sigalot lo conferma. Nel progetto ha creduto, per primo, Marco Bracaglia, patron della fabbrica metalmeccanica di Ornavasso (Lago Maggiore) da cui è gemmata WEM Gallery, progetto espositivo (in fabbrica) alimentato da residenze artistiche. Il sodalizio con Sigalot, che si avvale dell’acciaio di MEW per le sue opere, è iniziato nel 2017, e da allora non si è più interrotto. Al piano strada della Pizzeria, illuminato da grandi vetrate, sono esposti alcuni degli esiti più noti di questa collaborazione, opere in cui la lamina d’acciaio finge di essere carta, come nei paper plane colorati che compongono sulla parete la grande scritta Ego – (auto)critica che contesta l’ego smisurato dell’artista tipo – o in Clearly not a paper boat. Un’intera parete ospita la riflessione sull’importanza di sbagliare (che porta con sé anche un esorcismo contro l’ansa da prestazione legata al processo creativo), in una delle molteplici variazioni sul tema dei fogli accartocciati a lasciare traccia di tutti gli errori e i ripensamenti (la più celebre, la grande palla-agglomerato Master of Mistakes sarà esposta all’aeroporto di Fiumicino nel mese di novembre). In alto, ben visibile appena entrati, il countdown di Enough scorre inesorabile: programmato per azzerarsi dopo mille anni, vuole dimostrare che anche le installazioni possono sfidare il tempo.
Uno spazio per fare rete tra artisti
Il lavoro sulle mappe-ritratto specchianti ideate per la mostra A portrait of everyone, everywhere (Malpensa, 2021) si scopre invece al piano inferiore, laboratorio innanzitutto, ma anche spazio espositivo improntato a un approccio più ludico (Sigalot, del resto, vanta l’invenzione della goliardica e surreale Coppa Pizzeria), all’occorrenza trasformabile in night club. L’intero spazio, non a caso dotato di banconi da bar (funzionanti) a ogni piano, è pensato per favorire le relazioni tra artisti, artisti e collezionisti, e con il quartiere: una volta al mese la Pizzeria aprirà per un aperitivo che vorrebbe alimentare il confronto e lo scambio di idee. E presto verranno le performance: a dicembre la replica di Writer’s Block, portata in scena un anno fa a Ornavasso, e nel 2024 l’inedito torneo The Ping Pong Paradox, che vedrà sfidarsi una selezione di creativi contro la nazionale razionali.
Livia Montagnoli
La Pizzeria – via Francesco Negri, 61 – Roma
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