Novità per PrimaLinea a Roma. Lo spazio d’arte indipendente raddoppia
A tre anni dalla sua nascita, lo spazio espositivo nato nel quartiere Valle Aurelia, si espande. Ne parliamo con il fondatore Eliseo Sonnino Di Laudadio
Dopo aver soffiato sulle candeline con la collettiva Riunione di condominio, PrimaLinea, spazio indipendente fondato daEliseo Sonnino Di Laudadio (Roma, 1984), dovrebbe ampliare i suoi spazi prendendo sulla stessa via un nuovo locale.
Prima di diventare spazio espositivo, tre anni fa, PrimaLinea era proprio lo studio di Sonnino Di Laudadio, artista che predilige il linguaggio astratto partendo dai discorsi delle avanguardie storiche affiancati a una grande esperienza nel mondo underground. Eliseo ha deciso nel 2020 di ospitare le mostre di altri artisti, producendole di volta in volta.
Intervista al fondatore di PrimaLinea, Eliseo Sonnino Di Laudadio
La mostra, che festeggia i risultati raggiunti finora, aperta nel mese di settembre 2023, ha chiamato a sé gli artisti che sinora hanno gravitato intorno alla spazio, enfatizzandone la diversità espressiva, in omaggio al concetto giapponese dellaFukinsei, la bellezza che germoglia nella differente organizzazione delle parti.
Cosa propone PrimaLinea?
Dopo 5 anni di attività come studio privato, PrimaLinea Studio apre nel 2020 un percorso espositivo dai toni variegati, dove ogni mostra è frutto di una grande sinergia con gli artisti, in dialogo con lo spazio (che risulta stravolto, in alcuni casi). Lo stesso diventa parte integrante del lavoro e non solo contenitore.
Da dove deriva il nome e perché hai trasformato il tuo atelier in spazio espositivo?
Dopo anni di lavoro solitario, ho cercato la giusta dimensione introspettiva e la concentrazione necessaria per sviluppare la mia ricerca, giorno dopo giorno. Memore delle esperienze maturate ai tempi dell’Accademia di Belle Arti di Roma – dove, seguendo le lezioni del maestro Cossyro, dipingevo fianco a fianco con i colleghi di corso – e di quelle accumulate nelle nottate metropolitane condivise con tanti compagni di ventura, ho sentito l’impulso e la necessità di condividere il mio studio, di cercare confronto. Ho lavorato a quattro o più mani con altri artisti fino a decidere di aprire lo spazio con un programma espositivo. Di aprirlo anche alla città, per offrire un’alternativa di visione dell’arte. Mi sono messo in prima linea, ho delineato una traiettoria, perché è dal tracciare una linea che tutto nasce. Ogni artista combatte la sua battaglia attraverso il proprio linguaggio, credo sia importante che linguaggi diversi dialoghino tra loro.
Le mostre e le attività di PrimaLinea a Roma
Le mostre più rappresentative in questi tre anni di attività?
Ricordiamo Ferrovia: Albertism ha esposto le sue prime lamine di alluminio incise in una dimensione ferroviaria ricreata ad hoc, utilizzando 7 tonnellate di pietrisco ferroviario disposte sul pavimento. Con Migrantes Valientes Pablo Allison ha trasformato le sue fotografie in gigantografie, in composizioni grafiche che hanno ricoperto totalmente le pareti, insieme alle vetrate d’ingresso: un’esperienza immersiva che ha raccontato il viaggio di migliaia di migranti del centro/sud America, la loro utopica ricerca di una vita migliore negli Stati Uniti. Riccardo D’Avola Corte, oltre ad aver prodotto all’interno di PrimaLinea gran parte delle opere presenti nella sua In my darkest hour, ha dialogato con lo spazio facendo uscire tele e telai dalla bidimensionalità del classico allestimento a parete. Le sue opere, dove già la composizione elude il piano essendo caratterizzata da una personalissima idea di “bassorilievo” (ricavato dall’unione di residui naturali e poliuretano), si proiettavano nello spazio ruotando su un’asola fissata a parete. Si creava una sorta di quinta teatrale o di ostacolo che, invece di respingere, invitava a guardare oltre. E poi Elia900 con Un’anomala normalità, che ispirandosi alle geometrie e ai colori delle maioliche del pavimento di PrimaLinea ha concepito una serie di lavori per una mostra site-specific.
Quale sarà la prossima esposizione?
A novembre ospiteremo la personale di Ak2deru che ci inviterà a entrare nella sua Dimora trasformando anch’egli integralmente lo spazio: dovremo entrare, realmente, dentro un luogo altro.
Quali sono stati gli interventi in esterna e com’è il contatto con il territorio?
Oltre a stravolgere l’interno dello spazio, PrimaLinea Studio nasce con l’idea di dialogare con la città e con chi la popola, provando a portare le idee legate all’arte fuori dalle gallerie e dagli schemi canonici. Con l’auspicio, nel nostro piccolo, di generare semi d’evoluzione per una fruizione artistica in rapporto con la quotidianità e gli spazi “di tutti”. Non vogliamo parlare solo a chi ha già gli strumenti per leggere l’arte e ne frequenta abitualmente i luoghi.
In che modo?
Pensiamo, tra i nostri primi esperimenti, ai grandi murali realizzati a Valle Aurelia che ripercorrono la storia del quartiere, con richiami a Bartolomeo Pinelli fino alla mitologia greca, o alla recentissima installazione – Autumna – legata al tema dei solstizi e degli equinozi realizzata con Ak2deru a Villa Carpegna.
I progetti futuri di PrimaLinea
Com’è nato il collettivo artistico-curatoriale?
La nascita di nuovi spazi e progetti è frutto del consolidamento del collettivo di PrimaLinea. Dopo aver condiviso singole esperienze con ciascuno, siamo arrivati a diventare un gruppo artistico/curatoriale e a far nascere una associazione culturale. È proprio grazie allo scambio di vedute che ora con Alessio d’Anelli, Domiziana Febbi e Riccardo D’Avola Corte stanno nascendo tanti progetti. La collaborazione è linfa vitale per generare idee d’arte e di futuro, per noi stessi e per la società che viviamo e a cui guardiamo, sempre, in maniera evolutiva. L’unione d’intenti, la visione sinergica, il confronto di idee ed esperienze diverse ci spingono a darci manforte, per generare un nuovo processo creativo, abbracciando un’Arte che ha ben chiaro da dove viene e sta cercando adesso di solcare linee originali da percorrere.
Quali sono i progetti futuri?
“Espandere lo spazio” per ampliare le possibilità, trovando o fondando nuovi studi e nuovi siti espositivi e culturali, sempre a partire da Valle Aurelia fino ad altre aree della città.
Giorgia Basili
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