A Torino si riaccendono le Luci d’Artista e c’è una nuova luce del grande artista Giovanni Anselmo
Appuntamento fisso dell’autunno-inverno torinese, torna la kermesse con il nuovo curatore Antonio Grulli. Questa 26esima edizione porta con sé diverse novità, una fra tutte la produzione di un’opera firmata dal grande Giovanni Anselmo
Fra le numerose manifestazioni artistiche che animano la città di Torino Luci d’Artista è sicuramente la più attesa e sentita. Anche dai torinesi stessi. Nata nel 1998 dalla volontà di avvicinare sempre più persone all’arte contemporanea in un periodo di grande vivacità della città, la rassegna è sin da subito riuscita a diventare un tutt’uno con il tessuto urbano abitando letteralmente vie, piazze e palazzi del capoluogo piemontese. Immaginato come un inedito percorso espositivo fatto di installazioni e visioni illuminanti, l’evento è andato man mano crescendo fino ad assumere la forma ben precisa di un vero e proprio museo a cielo aperto visitabile fino al 14 gennaio 2024.
La nuova edizione di Luci d’Artista
Giunta alla sua 26esima edizione Luci d’artista ne approfitta per annunciare al pubblico tutta una serie di novità tese a mantenere acceso (è il caso di dirlo) il suo spirito originario. Con l’obiettivo di valorizzare il notevole patrimonio artistico collezionatosi nel corso del tempo, è infatti dallo scorso anno che il progetto è stato affidato alla Fondazione Torino Musei diventandone così la quinta linea culturale, insieme alla GAM, a Palazzo Madama, al MAO e ad Artissima. Al fine di raggiungere i traguardi prefissati è stato indispensabile affidare le redini di tutta l’operazione a una figura in grado di riconoscerne il peso effettivo, stiamo parlando del primo curatore ad hoc di tutta la storia di Luci d’Artista, ovvero di Antonio Grulli. Tra i vari interventi innescati da Grulli vi sono certamente il restauro completo dell’opera Tappeto volante di Daniel Buren – recentemente ricollocata in Piazza Palazzo di Città –, le nuove collocazioni di alcune opere (ricordiamo ad esempio Ancora una volta di Valerio Berruti, in via Monferrato, e My Noon, di Tobias Rehberger, allestita in piazza Arbarello) e la nuova illuminazione di Parco Michelotti frutto del contributo di Luca Pannoli con la sua L’amore non fa rumore. Dulcis in fundo, non poteva mancare la produzione di un’opera del tutto nuova di un grande Maestro dell’Arte Povera: Giovanni Anselmo.
Orizzonti, la nuova opera di Giovannni Anselmo
Inaugurata la sera del 27 ottobre 2023, in Piazza Carlo Alberto, l’opera di Giovanni Anselmo porta con sé quell’apertura e quella poesia tipiche della ricerca del celebre artista piemontese. Intitolata Orizzonti, l’installazione è costituita da quattro luci di colore blu che riportano i nomi dei quattro punti cardinali (Nord, Est, Sud e Ovest): un lavoro che mette in relazione un luogo specifico di Torino con uno spazio molto più ampio capace di superare i suoi stessi confini. Fortemente voluta da Carolyn Christov-Bakargiev e dal direttore della GAM Riccardo Passoni, l’opera si presenta come una sorta di dispositivo in grado di consentire tanto allo spettatore quanto al passante casuale di andare oltre il mero dato spaziale superando idealmente gli orizzonti della stessa città.
Il progetto Costellazione a Luci d’Artista
Ad arricchire la linea curatoriale segnata da Grulli è anche la nuova sezione di Luci d’Artista denominata Costellazione. Discendente della precedente iniziativa Torino omaggia Luci d’Artista, il progetto si configura come un programma collaterale di installazioni luminose da affiancare alle luci d’artista ufficiali: una proposta avanzata anche per creare un dialogo tra le principali istituzioni pubbliche e private della Città. Tra gli artisti e le artiste in mostra menzioniamo Shadi Harouni, Mario Airò, Arthur Duff, Paulina Olowska ed Emanuela Ascari. “Tutte le parti su cui siamo già andati a lavorare”, commenta il curatore Antonio Grulli, “danno già un’indicazione, seppur iniziale, di quello che vogliamo fare anche in futuro. Non c’è una cosa, di Luci d’Artista, che io stravolgerei, che io rivoluzionerei. Quello che abbiamo fatto, semmai, è di mettere ancora più attenzione in tutti gli organi di questo grande corpo”.
Valerio Veneruso
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