Una nuova regina di arcani. Alexi Marshall in mostra a Roma
L’alchimia, il folklore e una femminilità ancestrale popolano le opere dell’artista inglese Alexi Marshall, in mostra presso lo spazio di Z2o Project
Mosaici con tessere vitree, incisioni su linoleum e carta di banana, disegni e ricami su tessuti misti e perline. Queste le tecniche adottate dall’artista Alexi Marshall (Londra, 1995) per realizzare le opere della mostra Taming the Unruly Gods, negli spazi di Z2o Project (la galleria sta intanto spostandosi in un nuovo spazio in città che si affiancherà a questa project room domestica).
La giovane anglosassone riflette sulle variabili inattese che governano l’esistenza. I soggetti scelti affiorano da esperienze di un vissuto inquieto e da uno studio attento della cultura celtica, dell’alchimia e del mito. Si scorge in filigrana, una potente sintonia con Niki de Saint Phalle, straniante regina di vetri, trame colorate, assemblage e arcani.
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Le opere di Alexi Marshall da Z2o a Roma
In Marshall le figure musive e gli acquarelli sono gravidi di tarocchi, demoni benigni, ambigui simulacri tra lo zoomorfo e l’umano. E c’è quell’assidua esigenza di celebrare la femminilità anche nei suoi aspetti più selvatici e ancestrali, archetipici e inediti, proprio come accadeva in Niki con le sue Nana.
Di rilievo la collografia dedicata a Belkis Ayón (L’Avana, 1967 – 1999), artista che ha segnato una svolta nella storia dell’incisione latino-americana per la tecnica e le ricerche sull’oscurità del culto afrocubano. D’impatto il mosaico Fish supper, nel quale un alter ego di Marshall trafigge un pesce, un esemplare di maccarello, che ancora viene raccolto con le reti ad Hastings, città in cui lavora. Apre e chiude l’iter espositivo la figura del melograno, ora presentato nella chiave positiva dell’abbondanza e della buona sorte, ora nella sua accezione negativa, come prefigurazione della Passione di Cristo e simbolo dell’inverno imminente.
Francesca de Paolis
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