Dreamless Night. La nuova mostra di Ali Cherri alla GAMeC di Bergamo
L’artista e regista libanese, vincitore del Leone d’Argento all’ultima Biennale, presenta la sua più vasta esposizione mai realizzata, dedicata al tema della frontiera
Negli spazi della GAMeC di Bergamo, Ali Cherri (Beirut, 1976) presenta la sua nuova mostra personale, realizzata in collaborazione con la Fondazione In Between Art Film e curata Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi. Un repertorio vario di opere inedite e site-specific, tra cui un’importante video-installazione, disegni e sculture, dà vita alla più grande mostra mai realizzata dall’artista.
La mostra di Ali Cherri alla GAMeC di Bergamo
Il percorso si apre con la video installazione The Watchman, concepita per lo Spazio Zero della galleria. Il cortometraggio prende spunto da storie e ricordi di vita degli attori stessi, raccontando la quotidianità di un giovane soldato costretto a vigilare dalla sua torre di vedetta, posta sulla frontiera dell’enclave turca di Cipro. Un territorio di confine, un vero e proprio non-luogo, desolato quanto indisturbato, che non subisce attacchi dal 1974, e dove l’unico evento che irrompe nelle giornate ripetitive del soldato è la morte dei pettirossi contro le finestre della torre.
Nella sala successiva opere pittoriche e in acquarello rievocano alcuni elementi naturali già mostrati nel filmato, come il pettirosso e il cactus. Tornano come metafore di morte, come testimonianza degli effetti letali delle frontiere. Anche in questo caso l’artista scompone un frammento della realtà analizzata nella video-installazione, studiandola in maniera quasi scientifica.
Il tema della frontiera secondo Ali Cherri
Il racconto di Cherri è scandito da numerose metafore di morte e di violenza (il paesaggio militarizzato, i cadaveri degli uccellini, i cactus decomposti…), che trasmettono a intermittenza un senso di forte inquietudine. Questo aspetto si ritrova nel volto del soldato, consumato dall’alienazione della vita militare e dalla ritualità astraente del suo compito solitario di guardiano. L’estrema stanchezza trasporta il giovane in un limbo tra dimensione reale e onirica; l’immaginazione diventa uno strumento di evasione che porta il soldato a scontrarsi con le sue paure.Non c’è il rumore di una violenza straziante, né visioni tragiche. Cherri affronta così un tema delicato come quello del confine e delle conseguenze negative che ha sulla società e sull’ambiente che lo circonda.
Le sculture di Ali Cherri sulla fragilità umana
La fragilità umana del cortometraggio si traduce in quella materiale del fango mescolato all’acqua, utilizzato per realizzare parte dell’imponente opera The Dismembered Bird, ospitata al primo piano. L’aquila – animale che vigila dall’alto, simbolo per eccellenza di sovranità e potere – viene rappresentata smembrata e scomposta. L’artista gioca sull’ambiguità dell’oggetto scultoreo, inserendo nella composizione una testa d’aquila di origine cinquecentesca.
Il percorso espositivo si conclude con l’installazione in resina The Prickly Pear Garden: anche in questo caso, Cherri innesca giochi simbolici e visivi che si intrecciano alla materialità dell’opera, rispecchiano una mostra che, come spiega il curatore Alessandro Rabottini, si configura come “un’esperienza tattile e percettiva, ricca di sollecitazioni narrative”.
Marlene L. Müller
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