A Mestre una mostra diventa riflessione corale su vita e morte
In mostra alla Marina Bastianello Gallery, tre artisti si confrontano intimamente sul tema della morte, tra pittura, fotografia, video e internet
Perdita, scomparsa, fine, sonno eterno: l’uomo ha trovato infiniti sinonimi, inesauribili giri di parole, nel tentativo di “cancellare” – forse allontanare – la parola “morte” e il suo significato. Un concetto onnipresente nella cronaca, spesso spettacolarizzato, romanticizzato, talvolta persino strumentalizzato, eppure eterno e atavico tabù. Da qui, il curatore Francesco Liggieri prende spunto per la mostra collettiva La Ballata della Vita, una riflessione corale non solo sulla morte come “transizione”, ma soprattutto sulla transitorietà della vita. Giacomo Bolzani, Beatrice Gelmetti e Paula Sunday affondano senza paura le mani nelle “fasi” dell’esistenza attraverso mezzi espressivi differenti e quasi progressivi: la pittura, la fotografia e il video.
La mostra “La Ballata della Vita” a Mestre
Il progetto espositivo, in mostra alla Marina Bastianello Gallery di Mestre, prende avvio da una rilettura del libro apocrifo La vita di Adamo ed Eva. Il testo racconta, spiega Liggieri, che “Adamo, nella sua ultima malattia, inviò Eva e il figlio Set nella regione del Paradiso a prendere l’olio della misericordia, per essere unto con questo e così guarire. Ma l’arcangelo Michele disse che non l’avrebbero ottenuto e che Adamo sarebbe dovuto morire”. Una metafora più che mai attuale dell’accettazione della caducità della natura umana e della temporaneità dell’esperienza terrena. Eppure, oggi la morte sembra riguardarci sempre meno: più sani, più longevi, e più giovani, siamo gradualmente scivolati nella convinzione di essere invincibili e immortali.
Gli artisti in mostra alla Marina Bastianello Gallery
La rassegna si compone di 12 opere: il percorso espositivo si apre con il dipinto summer power nap / 36 di Beatrice Gelmetti (Verona, 1991): siamo qui al principio della vita, nella spensieratezza dell’infanzia, prima che la spontaneità sia repressa da una serie incessante di sovrastrutture sociali e giudizi morali. Tutto questo, sublimato in un gesto istintivo e corporeo; quello di un bambino che urina per strada. È ancora il corpo – questa volta, della donna – a farci da vessillo man mano che proseguiamo il viaggio della vita: le quattro fotografie di Paola Sunday (Napoli, 1981) rimandano a un corpo ormai cresciuto, in lotta contro le oppressioni e contro sé stesso. Infine, una voce fuori dal coro guida il visitatore nell’anticamera della morte. Si tratta del documentarista Giacomo Bolzani (San Benedetto Po, 1988), che presenta on site il video Caravaggio era un maiale: la storia degli ultimi giorni dell’animale simbolicamente accudito e totalmente ignaro del proprio destino. Il percorso di visita “fisico” si interrompe su questa nota, con dirompente potenza metaforica: si interrompe, ma non si conclude. Prosegue infatti in un’altra dimensione, impalpabile e virtuale, quella di internet, scannerizzando due QR code che riconducono ad altri tre video di Bolzani: SENTRIES – sentinelle, Sulla possibilità di evadere e Mare d’inverno. Così, in modo naturale, quasi senza che il visitatore se ne sia accorto, il passaggio è completato; un metaforico “aldilà” lo accoglie, e la catarsi è raggiunta.
Laura Cocciolillo
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