Biennale di Sharjah 2025. Ecco chi sono i curatori della rassegna d’arte negli Emirati Arabi
Esperienza internazionale e ambiti di ricerca diversificati: sono queste le caratteristiche che accomunano le cinque figure selezionate per curare la prossima edizione della biennale d’arte contemporanea in programma nell’Emirato di Sharjah
Natasha Ginwala (direttrice artistica di COLOMBOSCOPE, Colombo, e curatrice associata presso Gropius Bau a Berlino), Amal Khalaf (direttrice dei programmi presso Cubitt e curatrice Civica presso le Serpentine Galleries a Londra), Zeynep Öz (curatrice indipendente, Istanbul e New York), Alia Swastika (direttrice della Biennale Jogja Foundation a Yogyakarta) e Megan Tamati-Quennell(curatore neozelandese di arte moderna e contemporanea Māori e indigena) sono i curatori della sedicesima edizione della Biennale di Sharjah, che si svolgerà da febbraio a giugno 2025 negli Emirati Arabi Uniti. Ognuno dei curatori inviterà una selezione di artisti provenienti da ambiti e discipline diversi, per evidenziare sia i talenti già affermati, sia quelli emergenti, nei campi dell’arte visiva, della performance, della musica e della letteratura. La Biennale attiverà così ancora una volta nuove sedi in tutto l’emirato: “la Biennale di Sharjah abbraccia un approccio espansivo e decentralizzato, un’etica che trova eco nei cinque punti di vista curatoriali riuniti in occasione della prossima edizione“, ha affermato Hoor Al Qasimi, presidente e direttrice della Sharjah Art Foundation.
La Biennale di Sharjah
La Biennale di Sharjah è una rassegna d’arte contemporanea che si svolge nella città di Sharjah, capitale di uno dei sette stati che compongono gli Emirati Arabi Uniti . La prima edizione ebbe luogo nel 1993, sotto l’egida del Dipartimento della Cultura e dell’Informazione dell’emirato di Sharjah. Per le prime edizioni la rassegna ebbe un carattere prettamente accademico, presentando l’arte neomodernista dei Paesi arabi e musulmani sul modello del padiglione nazionale emiratino alla Biennale di Venezia. Rispetto alla sfarzosa Dubai, la città di Sharjah conserva un più basso profilo, nonostante l’afflusso di ricchezza derivante dal petrolio e dal gas. Nel 2003 si decise un cambio di passo: Hoor Al Qasimi, la figlia più giovane dell’attuale sceicco regnante, dopo aver visitato documenta 11 a Kassel, volle ristrutturare il format della Biennale, secondo gli standard mondiali, coinvolgendo curatori internazionali di spicco per ogni edizione e perseguendo le possibilità espositive e intellettuali che la documenta di Okwui Enwezor aveva indicato. Nel 2009, ha fondato la Sharjah Art Foundation, che tuttora dirige, per produrre programmi culturali e per sostenere progetti in tutto il mondo con un generoso budget per commissioni e mostre. Da allora, la biennale mira a favorire il dialogo internazionale attraverso mostre e sperimentazioni in tutte le forme d’arte, nonché programmi ad ampio raggio di musica, film, spettacoli e apprendimento. Dal 1993, la Biennale di Sharjah è stata uno degli eventi artistici più importanti della regione: ha commissionato, prodotto e presentato installazioni pubbliche su larga scala in siti in tutto l’emirato di Sharjah, riunendo artisti internazionali, regionali e locali.
Niccolò Lucarelli
sharjahart.org
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