L’Italia attraverso gli occhi della grande fotografa Candida Höfer. La mostra a Venezia
Una serie fotografica rigorosa, fatta di dettagli e stratificazioni. La galleria Patricia Low espone gli scatti dell’artista tedesca dedicati a luoghi simbolo della cultura italiana
Nelle fotografie di Candida Höfer (Eberswalde, 1944) vi è mai la presenza della figura umana e la scena è dominata da architetture immobili di maestosi palazzi storici che condensano nelle loro forme storia, identità e cultura. La galleria Patricia Low dedica, nella sua sede veneziana, una mostra all’autrice tedesca intitolata Inside Italian Architecture. In esposizione vi sono una serie di scatti realizzati tra il 2008 e il 2012 incentrati sulle architetture di alcuni suggestivi luoghi del Belpaese, analizzati attraverso il consueto punto di vista indagatore della fotografa.
La mostra di Candida Höfer a Venezia
Le immagini di grande formato, un elemento tipico della grammatica espressiva di Candida Höfer, conducono lo spettatore a confrontarsi in senso visivo, e fisico, con i luoghi che raffigurano, a compulsarne i particolari nascosti e i riverberi luminosi che sono celati a una visione superficiale. Gli scatti sono dominati da un profondo senso di silenzio e distanza che permette di “entrare” con lo sguardo in quegli edifici e, al tempo stesso, di contemplarne con distacco l’austera bellezza.
Nelle opere esposte sono ritratti i palazzi di alcune importanti città d’arte italiane: dalla Galleria Borghese a Roma al Teatro Olimpico di Vicenza, dal Salone dei Cinquecento di a Firenze fino alla magnificenza del Gran Teatro La Fenice di Venezia, per aprire un dialogo ideale con la città che ospita la mostra.
Candida Höfer e tra l’Italia e Düsseldorf
Tra l’artista tedesca e l’Italia vi è un rapporto consolidato negli anni: lo Stivale è uno scenario ideale per le sue indagini fotografiche, per il suo sguardo che coglie nelle architetture le stratificazioni di una serie di vicende. Musei, teatri e biblioteche sono colti nelle condizioni di luce (spesso naturale) ordinarie, senza alcuna alterazione del contesto durante o dopo lo scatto, proprio per cogliere la vera essenza e il pathos del luogo.
Höfer è tra i protagonisti della Scuola di Düsseldorf, nata all’interno dei corsi di Bernd e Hilla Becher alla Kunstakademie della città tedesca sul finire degli anni Settanta. I loro allievi – nomi seminali del panorama contemporaneo come Andreas Gursky, Thomas Ruff e Thomas Struth – hanno portato avanti una serie di strade espressive differenti, ma dai lavori tipologici dei maestri hanno appreso una visione fondata sul rigore, sulla variazione attorno a un tema e la capacità di indagare nel profondo i caratteri dei luoghi.
Carlo Sala
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