Gianni Caravaggio in mostra a Torino con una passeggiata metafisica
La mostra antologica “Per analogiam” ospitata alla GAM, mette in scena il potere evocativo delle opere e costringe a una riflessione filosofica sul loro essere e apparire
È un passeggiata dentro un “teatro metafisico” quella che ci propone la GAM di Torino con la mostra antologica della carriera trentennale di Gianni Caravaggio (Rocca San Giovanni, 1968), la terza di un ciclo rivolto al lavoro di artisti italiani mid-career, di volta in volta accostato ad alcune riflessioni di poetica: la prima esposizione del 2021 ha trattato il pensiero della contraddizione in una collettiva di cinque artisti; la seconda ha considerato il pensiero metamorfico, nella mostra Hic sunt dracones del 2022, in un dialogo tra un’artista e un collettivo. E ora il tema dell’analogia con la mostra Gianni Caravaggio. Per analogiam che mette in scena il potere evocativo delle opere e costringe a una riflessione filosofica sul loro essere e apparire. “Contraddizione, metamorfosi e analogia”, spiega la curatrice della mostra Elena Volpato, “sono tre processi naturali della mente umana e alla base della creazione artistica”.
La mostra di Gianni Caravaggio alla GAM
Questo pensiero dell’analogia chiede a chi guarda “un atto performativo” di interpretazione della realtà. Camminare tra le opere adagiate sul pavimento conduce a una riflessione sulla loro presenza e significato che trascende il qui e ora e permette di raggiungere il piano metafisico: quello della sublimazione, del sentimento della corrispondenza e dell’immaginazione che è essenziale per l’artista. “Quando lavoro sulla percezione penso sempre a esperienze universali”, racconta Caravaggio che inscena una storia di abbandono tra un polpo e un calamaro che si allontanano per ritrovarsi in due parti diverse del globo. “Ho scelto queste figure non solo per la loro sensibilità sentimentale, ma per la loro analogia con la freccia”.
Corrispondenze e analogie tra opere a Torino
Altre corrispondenze si riconoscono tra una foglia di marmo nero, intitolata Quando nessuno mi vede, collocata nel giardino del museo, all’ombra di un cespuglio (si tratta di una delle cinque nuove opere realizzate dall’artista per l’occasione) e una scultura di marmo verde, intitolata Alla luce del sole, esposta dentro il museo. Tra le opere alle quali dare nuovi significati c’è anche un panno posato a terra, una coperta nera ricamata di stelle bianche, disposte in un preciso ordine. Il loro disegno ha ripetuto la posizione delle costellazioni sopra Torino il 31 ottobre alle sei della sera: i visitatori si sono trovati così inclusi in un perfetto rispecchiamento tra il microcosmo del ricamo e il cielo sopra il museo.
Claudia Giraud
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