“Il giro del mondo dell’arte”, il gioco dell’oca a tema artistico ideato da Giulio Alvigini
Dopo le “Cards Against Contemporary Art Italia”, l’artista conosciuto come “Make Italian Art Great Again” crea un nuovo gioco da tavolo ispirato al mondo dell’arte, tra lanci di dadi e peripezie. Ecco cosa ci ha raccontato Alvigini
La popolarità del gioco dell’oca riecheggia dalla seconda metà del XVI Secolo, quando Francesco I de’ Medici lo regalò a Filippo II Re di Spagna. Questo è uno dei più famosi “giochi di percorso” che si presta a una lettura simbolica, come si evince nella versione medicea costellata da “pericoli” che riflettevano le difficoltà morali e fisiche della vita. Sulla base di questa natura allegorica, l’artista Giulio Alvigini (Tortona, 1995) – in collaborazione con Bonobolabo – ha dato forma a Il giro del mondo dell’arte, gioco da tavola che ha lo scopo di simulare (tra inciampi, salti e retrocessioni) le peripezie che ogni giorno artisti emergenti e addetti ai lavori devono affrontare per vivere nel mondo dell’arte. Dopo essere stato presentato a Torino presso The Other Art Fair, il 9 novembre arriva alla libreria di Palazzo delle Esposizioni di Roma. Per scoprire meglio cosa si nasconde dietro a questo nuovo gioco abbiamo fatto qualche domanda a Giulio Alvigini.
Dai meme ai giochi da tavolo: intervista a Giulio Alvigini
L’ironia non solo ha dato forma alla famosa pagina Instagram “Make Italian Art Great Again”, ma ha contraddistinto anche le tue pubblicazioni, le tue mostre e, ultimamente, i tuoi giochi. Come è nata l’idea de “Il giro del mondo dell’arte”?Mi piacerebbe poterti dire che è stata una mia idea. In realtà tutto nasce da un’intuizione delle curatrici di (un)fair a Milano che mi hanno proposto di realizzare una versione ambientale di un adattamento del gioco dell’oca al tema dell’arte contemporanea. Di fatto, hanno contattato Bonobolabo (Marco Miccoli) per propormela.
Spiegaci meglio…
Durante la fase di progettazione delle regole e delle caselle ci siamo accorti – o meglio, Marco si èaccorto – che tanto valeva impegnare le nostre forze non solo nella realizzazione di una versione monumentale del gioco, limitata ai tre giorni dell’evento milanese, ma anche nella produzione di un effettivo gioco da tavolo “d’artista” per chiunque lo desiderasse possedere. Mi interessava creare qualcosa di coerente con il contenuto del mio lavoro, una versione del famoso gioco che simulasse la tipica e tortuosa carriera di un giovane artista/addetto ai lavori all’interno del mondo dell’arte, con le sue insidie e i suoi ostacoli. Credo ne sia uscito fuori un oggetto ironico, sarcastico e anche un po’ amaro, in linea con quello che faccio da anni. E poi c’è la parte grafica: non possiamo non citare Daris Nardini, l’illustratore che ha realizzato ogni dettaglio di questo curioso delirio visivo.
E la collaborazione con Bonobolabo?
Ho sempre accarezzato l’idea di realizzare del merchandising. In genere questo tipo di produzione si presenta nelle fasi più avanzate e consolidate della carriera di un artista: ecco, non avendo la certezza di raggiungere certi livelli di riconoscimento, preferivo nel dubbio anticipare i tempi. Mi mancava però qualcuno che credesse e sostenesse questa mia visione/necessità. Durante l’opening della mia mostra a Milano, allestita presso Spazio Amato, ho conosciuto Alessandra Carini, gallerista di MAG Magazzino Arte Contemporanea di Ravenna, con cui ho iniziato a collaborare proprio da quel momento attraverso anche due importanti partecipazioni fieristiche. Insieme a lei c’era Marco Miccoli di Bonobolabo: il resto è storia. O meglio, il resto è “store”. Tutto il merchandising prodotto insieme a Bonobolabo è da ora disponibile nei bookshop dei musei e delle istituzioni che compongono il nostro Tour.
“Tra avanzamenti, salti di turno e retrocessioni, lo scopo è arrivare al successo, ma attenzione, se si ha la sfortuna di capitare sulla casella ‘mercato’ si torna immediatamente al punto di partenza!”. Una (non troppo velata) frecciatina al mondo del mercato dell’arte?
Nel mio lavoro non c’è critica o denuncia, non mi interessa molto. E poi sarebbe piuttosto scontato sparare frecciatine al mercato dell’arte. Troppo facile. Io mi limito soltanto a fornire una prospettiva, più o meno già conosciuta, ma sicuramente arricchita di elementi personali. Per quanto riguarda le regole del mio gioco: è vero che se finisci sulla casella “58 – il mercato” sei costretto a tornare alla casella numero “1”, ma è altrettanto vero che la prima casella è “la storia dell’arte”, e questa penalità sarebbe l’unica occasione per metterci effettivamente piede. Tra l’altro, avendo due dadi da lanciare, nessuno riuscirebbe a sostarci durante le prime fasi della partita, come nella vita.
Dopo la presentazione del gioco a Torino in occasione della ricca Art Week arrivi a Roma, nella libreria di Palazzo delle Esposizioni. Quali saranno i prossimi appuntamenti?
Abbiamo un calendario che si sta lentamente configurando e che, oltre alla già citata tappa romana, ha già ufficializzato una data milanese (il 12 dicembre presso la C+N Gallery Canepaneri) e una fiorentina (il 18 gennaio a Palazzo Strozzi). Stiamo collezionando tante manifestazioni di interesse, e con diverse gallerie e istituzioni stiamo già concretizzando ulteriori tappe che comunicheremo non appena sarà possibile.
Dopo “Cards Against Contemporary Art Italia” e “Il giro del mondo dell’arte”, quale altro gioco dobbiamo aspettarci sotto l’albero?
Marco continua a instillarmi strane idee…
Valentina Muzi
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