Gres Art 671: a Bergamo un’ex area industriale si trasforma in polo per l’arte

Avviato nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, il progetto intende restituire alla città un luogo capace di proiettarsi nel futuro grazie al suo programma espositivo. A inaugurarlo una mostra immersiva

Bergamo, in Via S. Bernardino, parte di un ex stabilimento industriale è stato trasformato in un polo culturale dedicato all’arte contemporanea. Il progetto gres art 671 – che fa riferimento alla strada statale 671 e alla massiccia quantità di tubi in gres che qui venivano prodotti– ha preso vita in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, su iniziativa del Gruppo Italmobiliare (proprietario dell’area), in collaborazione con Fondazione Pesenti. Dopo un lungo processo di rigenerazione a opera di De8 Architetti di Bergamo, con a capo Mauro Piantelli, viene restituito alla città un luogo rinnovato e capace di ospitare mostre, concerti, performance, attività laboratoriali e formative. gres art 671 ha aperto le sue porte al pubblico il 7 novembre 2023, e a inaugurarlo sono stati i NONE Collective con una mostra immersiva sul tema del cambiamento climatico dal titolo Solarpunk.

gres Art 671: tra memoria e futuro

Il progetto gres art 671 nasce con l’intento di riattivare un’area ex industriale di oltre 3.000 metri quadrati, conservandone la storia operaia dedicata alla produzione di tubi in gres per cloache (sito dismesso definitivamente negli anni Duemila). Tracce profonde che non sono state cancellate con la ristrutturazione bensì evidenziate grazie al mantenimento (e sviluppo) delle strutture preesistenti. Oggi quello che vediamo è un’area verde di oltre 600 metri quadrati che incornicia lo stabilimento suddiviso in un grande spazio espositivo (circa 1950 metri quadrati), una sala conferenza, bistrot e uffici. Uno dei simboli della nuova vita di gres art sono i sette silos installati all’ingresso (in acciaio corten e alti 10 metri) disegnati da Mario Nanni, realizzati e illuminati da Viabizzuno.

gres art 671. Foto Marco Pesenti
gres art 671. Foto Marco Pesenti

gres art 671. Il progetto di valorizzazione e rigenerazione

gres art 671 è un progetto per Bergamo ma soprattutto con Bergamo” spiega Carlo Pesenti, Consigliere Delegato di Italmobiliare e Presidente di Fondazione Pesenti. “Nasce dall’attenzione verso la città, alla quale la mia famiglia è legata da oltre un secolo, e ha lo scopo di contribuire allo sviluppo artistico, culturale e sociale del territorio, in collaborazione con i cittadini che lo abitano. Da qui la scelta di non demolire ma rigenerare l’area attraverso un intervento che valorizza la storia del Gres, mantenendo l’edificio preesistente a testimonianza della vocazione industriale dell’area, e che conferisce al contempo nuova vita agli spazi intorno e dentro al fabbricato. Un’opera di ricucitura con il quartiere, del quartiere alla città, dalla storia al presente. Perché la visione del futuro parte dalla memoria delle nostre radici”.

NONE Collective SOLARPUNK. Foto Michele Nastasi
NONE Collective SOLARPUNK. Foto Michele Nastasi

gres Art 671. La mostra del None Collective

Solarpunk del NONE Collective (collettivo romano fondato da Gregorio de Luca Comandini e Saverio Villirillo nel 2014), è un progetto che guarda al presente della contemporaneità ma anche al futuro dell’individuo e del Pianeta. Le tre installazioni in mostra, tutte alimentate a energia solare, corrispondono a tre domande: la prima è cosa succederebbe se, non potendo stare all’aperto, dovessimo fare docce solari per questioni di salute?Con Solarium, i partecipanti incuriositi si distendono su dei cuscini, e prendono collettivamente parte a una terapia di gruppo, sotto la luce di 320 tubi luminosi e colorati negli ampi spazi industriali dell’ex-fabbrica di gres. L’invito è a “uscire dalla tua zona di comfort”, spiega Gregorio de Luca Comandini, “di uscire di casa e venire a condividere questa esperienza. Il punto è condividere le proprie dipendenze – in questo caso dal sole e dalla vitamina D – e le proprie necessità fisiche, biologiche e relaziona. Il che è il primo passo per una comunità di condivisione”. La seconda domanda è: cosa faremmo se non ci fossero i combustibili fossili e il sole fosse l’unica fonte di energia? A formulare ipotesi è l’opera The bright side of the sun, una struttura piramidale composta una parete di ben 625 lampade alogene che restituiscono tutto il calore della nostra stella, circondata da specchi che rifrangono la luce e moltiplicano lo spazio, creando l’effetto ottico di una sfera di 50 metri di diametro. E Infine, se i disastri climatici fossero sempre più frequenti? La risposta ipotizzata dagli artisti è che si costituirebbero “comunità resilienti”, tutti sulla stessa barca. E infatti l’installazione Disastro. Simulatore di deriva, è una sorta di Zattera della Medusa contemporanea, ambientale e multisensoriale. Su una pedana vibrante, circondata da proiezioni che ricordano un viaggio via mare, i visitatori si incontrano, sostano l’uno accanto all’altro, condividendo un tragitto senza stelle (“dis-astro”). Nel perdersi, si ritrova una comunità più unita che mai.

NONE Collective
NONE Collective

La mostra “Solarpunk” al gres Art 671. Le parole di NONE Collective

La chiave, secondo noi, è l’approccio individuale”, continua Gregorio de Luca Comandini, aggiungendo che “tutti gli allarmi che vengono lanciati riguardo al clima sono veri, quindi non stiamo negando il ‘disastro’, ma non vogliamo neanche essere sopraffatti da qualcosa che non riusciamo ad affrontare neanche nel nostro quotidiano”. E non si tratta di “individualismo”, anzi, l’artista fa notare che “l’individualismo è la ‘fase 1’ di un processo comunitario”.  “Si parla tantissimo di immaginazione: è molto importante secondo me”, sottolinea Saverio Villirillo, “che oggi ci sia la possibilità di dare una visione diversa. Questo vuole essere uno stimolo alla voglia di immaginare qualcosa di diverso” e quindi “l’unico modo è fare questo esercizio, ovvero adattarsi alle condizioni avverse, sviluppando però un pensiero positivo, che può essere anche limitato alla propria sfera, ma che ci aiuta a vivere un presente meno sofferto e un po’ più felice”, conclude Comandini.

Valentina Muzi e Laura Cocciolillo

https://gresart671.org/it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

Scopri di più