L’installazione commestibile di Bobby Baker alla Tate Britain di Londra

A quasi cinquant'anni dalla prima apertura al pubblico, torna l'installazione femminista con un remake in grande stile in occasione di una mostra sull’attivismo

Era il 1976 quando l’artista multidisciplinare inglese Bobby Baker (Kent, 1950) portò l’installazione An Edible Family in a Mobile Home nell’East London. Per una settimana, il prefabbricato della Acme Housing Association (dentro cui l’artista viveva) era stato trasformato in un’opera scultorea che ospitava una “famiglia commestibile” di cinque persone a grandezza naturale, che gli spettatori erano incoraggiati a consumare fino alla dissolvenza. Quasi cinquant’anni dopo, l’opera torna oggi alla Tate Britain con un remake in grande stile all’interno della mostra di arte femminista Women in Revolt! Arte e attivismo nel Regno Unito 1970-1990, che presenta più di 100 artiste e i loro contributi.

La famiglia commestibile di Bobby Baker

Negli Anni Settanta, l’opera originale aveva avuto un grandissimo successo. Assemblati con un impasto dolce e decorati con glassa, biscotti e altri prodotti da forno, i membri della famiglia si potevano incontrare nelle diverse stanze della casa: il bambino piccolo era addormentato nel suo letto, il figlio più grande era in bagno, la figlia adolescente ascoltava la radio nella camera da letto dei genitori, e mentre il padre era seduto su una poltrona davanti alla televisione la madre – unico membro mobile della famiglia – si spostava per tutta la casa. Era facile trovarla in cucina, dove i visitatori potevano godersi una tazza di tè dalla sua testa e prendere spuntini freschi dai compartimenti interni al suo busto. Aprendola, usandola, mangiandola, i visitatori si facevano spazio dentro la padrona di casa, e dentro la casa tutta. Sullo sfondo di pareti e superfici ricoperte di carta da giornale e zucchero a velo, Baker – che ha detto di aver creato l’opera a 25 anni perché “disillusa dal mondo dell’arte” elitario e sessista – aveva anche partecipato all’opera come ospite, incoraggiando i visitatori a “far sparire” la famiglia. Andando a raccontare le vite delle giovani madri e dei loro bambini dentro i prefabbricati, guardando allo stesso tempo alla propria vita di donna tra “mancanze di opportunità e sottovalutazione del lavoro di cura”, come detto dall’artista al Guardian.

L’installazione di Bobby Baker alla Tate Britain

Finanziata dalla lotteria nazionale attraverso l’Arts Council EnglandAn Edible Family in a Mobile Home tornerà visitabile gratuitamente nel Prato Sud della Tate per le prime quattro settimane della mostra (8 novembre – 3 dicembre 2023) e per le ultime quattro (8 marzo – 7 aprile 2024), per poi fare un tour nel Regno Unito in collaborazione con l’organizzazione per la giustizia sociale Idle Women. Oltre ad assaggiare le cinque figure realizzate con biscotti Garibaldi, meringhe e vari gusti di torta (con tanto di opzione vegana) preparati dalla pasticceria londinese Lily Vanilli, il pubblico potrà passeggiare tra le pareti tappezzate di giornali e glassa, come negli anni Settanta, andando a interagire con gli studenti del Chelsea College of Arts e giovani donne reclutate attraverso l’organizzazione benefica per l’inclusione razziale e di classe You Make It che, su indicazione di Baker stessa, andranno ad accogliere il pubblico offrendo il tè e un pezzo delle cinque, deliziose, sculture commestibili.

Giulia Giaume

https://www.tate.org.uk/

https://www.bobbyartistbaker.co.uk/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

Scopri di più