La lista dei 100 personaggi più influenti dell’arte per Art Review (italiani? Solo donne)
Una grande fotografa statunitense è in cima alla classifica annuale che individua le personalità più rilevanti del mondo dell'arte contemporanea. E che per le prime dieci posizioni ha premiato artisti attivi in ambito sociale
È la pionieristica fotografa e attivista statunitense Nan Goldin (Washington, 1953) ad aggiudicarsi l’ambita prima posizione della 22esima classifica Power 100 di ArtReview, la rivista inglese che ogni anno va a intercettare e promuovere le personalità più rilevanti dell’arte contemporanea. L’artista, da sempre punto di riferimento di controculture e gruppi emarginati, è quest’anno in cima a una lista dominata da artisti, artiste e collettivi che utilizzano le proprie piattaforme per discutere e praticare la libertà, intervenendo più o meno direttamente nelle questioni sociali e politiche del momento. Una posizione più spiccatamente politica del solito, quella di ArtReview, e per alcuni segno di un passaggio dalla teoria alla pratica nel suo senso più ampio: “Una funzione importante di Power 100 di ArtReview è quella di tentare di mappare i conflitti geopolitici che non riguardano armi e risorse, ma estetica e idee, e il modo in cui l’arte esiste in modo mirato in una società globale, dove ciò che accade da una parte del mondo influenza quelli dall’altro – che ci piaccia o no”, hanno commentato dalla rivista.
Il pionieristico lavoro di Nan Goldin
Il primo posto a Goldin va senz’altro a celebrare quarant’anni di pratica artistica al servizio delle fasce di popolazione più fragili: dall’epidemia di AIDS degli anni Ottanta fino alla crisi degli oppioidi negli Stati Uniti degli ultimi anni – dalla cui instancabile attività di denuncia contro le aziende responsabili è nato anche il documentario Leone d’Oro a Cannes All the Beauty and the Bloodshed –, l’artista ha influenzato un’intera generazione di artisti, incoraggiandoli a confrontarsi con i poteri costituiti, interni ed esterni al sistema, senza farsi indietro.
Le artiste e gli artisti in testa alla classifica ArtReview Power 100 del 2023
Similarmente a Goldin (che l’anno scorso era arrivata ottava), le persone scelte per la top ten della Power 100 sono, per la prima volta nella sua storia, tutti artisti e artiste che stanno utilizzando il proprio status e la propria opera per sostenere un cambiamento sociale più ampio. Selezionati da un panel di 40 partecipanti al mondo dell’arte da tutto il mondo, i prescelti dovrebbero rispondere “solo” a tre requisiti: essere stati attivi negli ultimi 12 mesi; stare plasmando gli sviluppi attuali nell’arte; avere un impatto globale. Ma la classifica di quest’anno fa molto di più, perché va a consolidare la tendenza che vede le questioni sociali come inestricabili parti del modo in cui gli artisti comprendono la funzione del proprio lavoro. Guardando alla top ten, al secondo posto troviamo la regista tedesca Hito Steyerl (Munich, 1966) per ai suoi saggi sul capitalismo globale e gli interventi nelle controversie in Germania riguardo all’antisemitismo; al terzo posto c’è l’artistar tailandese Rirkrit Tiravanija (Buenos Aires, 1961), l’anno scorso all’86esima posizione, che ha promosso nuove tipologie di interazioni sociali inclusive tra il Sudest Asiatico e gli USA.
È poi la volta dell’artista Leone d’Oro alla Biennale 2021 Simone Leigh (Chicago, 1967), prima donna nera a rappresentare gli Stati Uniti nella kermesse lagunare; al quinto posto c’è il regista e artista britannico Isaac Julien (London, 1960), i cui lavori vanno a costruire potenti narrazioni visive attraverso installazioni cinematografiche multischermo. Al sesto posto c’è l’artista ghanese Ibrahim Mahama (Tamale, 1987), a sua volta protagonista nel Padiglione del Ghana alla Biennale di Venezia del 2019; al settimo posto c’è l’artista americano Theaster Gates (Chicago, 1973), già al 18 posto l’anno scorso, noto per le sue installazioni dal tono spiccatamente sociale; poi, all’ottavo posto, dal 27esimo del 2022, c’è l’artista e regista britannico Steve McQueen (Londra, 1969), che è riuscito con il proprio documentario sul disastro della Grenfell Tower a diventare un catalizzatore per il cambiamento legislativo; il gruppo indigeno aborigeno Karrabing Film Collective conquista il nono posto grazie all’uso dell’arte e della cinematografia per indagare le condizioni sociali contemporanee di disuguaglianza e creare legami con la propria terra e l’identità indigena globale. Chiude la top ten della classifica (consultabile per intero a questo indirizzo) l’artista cinese Cao Fei (Guangzhou, 1978), nota per realizzare nelle sue opere multimediali un vivido commentario sociale attraverso temi surrealisti e digitali.
Curatori e mercanti nella classifica 2023 ArtReview Power 100
Spazio anche ai curatori, spesso determinanti nel guidare e stimolare la discussione pubblica su temi di crescente importanza come: i diritti delle popolazioni indigene, per cui sono segnalati personaggi come Adriano Pedrosa (curatore della prossima Biennale Arte, e qui posto al numero 15) e Candice Hopkins (n. 46); le storie coloniali e postcoloniali e il rapporto con il presente, come per Natasha Ginwala (n. 94); il presente e il futuro dell’umanità e le tecnologie emergenti, nel caso di Legacy Russell (n. 98). Rilevante anche la crescita di attenzione per il volto commerciale del mondo dell’arte, con posti di alto profilo riservati al celebre Larry Gagosian (n. 12), a Mendes Wood DM (n. 61), a Prateek Raja & Priyanka Raja di Experimenter (n. 62) e a Mariane Ibrahim (n. 73). Allo stesso modo si stanno consolidando le catene di grandi fiere d’arte, come Frieze (n. 54) e Art Basel (n. 51). E gli italiani? Meglio dire le italiane: Cecilia Alemani (n. 53, già presente l’anno scorso); l’inossidabile Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (n. 58); Lucia Pietroiusti, che sta scalando da alcuni anni la classifica e ora tocca il 65esimo posto; e Miuccia Prada (n. 72).
Giulia Giaume
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