Da merceria a galleria d’arte. Apre Spazio HASITA a Milano
Dopo essere stata chiusa e abbandonata per oltre 10 anni, l’ex merceria in Via Venini nel quartiere di NoLo riapre al pubblico sotto forma di spazio espositivo. Nasce così HASITA, un luogo per arte, design e innovazione
Incastonata all’interno di uno storico edificio nel cuore di NoLo, a Milano, un’ex merceria è stata convertita in hub culturale. Così prende forma Spazio HASITA, progetto ideato e curato dal Haluk Terzioglu che abbraccia i diversi linguaggi della creatività contemporanea, dalle arti visive al design. A inaugurare il nuovo spazio è stata la mostra Ex_Sistere, che invita a riflettere sulle complessità dell’esistenza umana, partendo dalle prospettive personali per poi passare a quelle astratte, filosofiche e contemporanee. Un progetto eterogeneo che raccoglie le ricerche degli artisti Alessandro Pollio, Bra, Chiara Colombo, Dario Murri, Gokhan Tanriover, Maya Ipekçi, Naki, Oreste Monaco, Roberto Rup Paolini, Sefa Çatuk, Silvia Tenenti e Vincenzo Zarbo.
Spazio HASITA. Parola al curatore Haluk Terzioglu
“La merceria originale è stata chiusa e abbandonata per oltre 10 anni” spiega ad Artribune il curatore Haluk Terzioglu. “Lo spazio è stato acquistato nel 2022 e ci sono voluti sette mesi di restauro per trasformarlo nell’attuale Spazio HASITA, un luogo dedicato all’arte, al design e all’innovazione. Purtroppo, credo che i precedenti proprietari abbiano riciclato il mobilio originale del negozio ma, per fortuna, siamo riusciti a recuperare i pavimenti originali e gli infissi, modernizzando lo spazio e allo stesso tempo rispettandone l’identità”.
La mostra “Ex_Sistere” da Spazio HASITA
Fotografie, sculture e pitture animano lo spazio espositivo, accompagnando il pubblico in un viaggio verso le diverse sfaccettature dell’esistenza. “Al centro di questa mostra c’è una riflessione sulla ricerca di significato”, continua il curatore. “Affrontiamo domande di scopo, identità e l’interazione tra le vite individuali e l’ampio panorama dell’umanità. Dalle narrazioni profondamente personali all’astratto e al filosofico, ogni opera è una finestra nella mente dell’artista, offrendo agli spettatori l’opportunità di connettersi con le emozioni e i pensieri che tessono il tessuto della nostra esistenza”.
Valentina Muzi
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