Michael Stipe dopo lo scioglimento dei R.E.M. fa l’artista a tempo pieno. La mostra a Milano
Michael Stipe affronta il tema del ritratto in forma crossmediale in una mostra che sarà in programma a dicembre negli spazi di ICA
Ci eravamo lasciati col suo terzo libro fotografico. Ora siamo al quarto e in procinto di vederlo protagonista dal 12 dicembre 2023 al 16 marzo 2024 di una grande mostra all’ICA di Milano, dal titolo I have lost and I have been lost but for now I’m flying high. D’altronde, è da più di un decennio che Michael Stipe si dedica a tempo pieno alle arti visive, suo primo amore da quando era uno studente d’arte, dopo lo scioglimento nel 2011 dei R.E.M. che ha contribuito a fondare e di cui è stato leader, cantante e autore dei testi per 31 anni, vendendo oltre 100 milioni di dischi e facendo tournée in tutto il mondo. Ma è anche produttore cinematografico, con oltre 25 lungometraggi all’attivo, tra cui Essere John Malkovich di Spike Jonze e Velvet Goldmine di Todd Haynes.
Michael Stipe all’ICA di Milano. Il concept della mostra
Quella monografia, intitolata semplicemente Michael Stipe ed edita sempre da Damiani come tutti e quattro suoi libri finora pubblicati, è stata fondamentale e anticipatrice della mostra in arrivo all’ICA, perché affronta i concetti della resilienza e della vulnerabilità umana attraverso la tecnica del ritratto, alla base appunto dell’esposizione milanese. “La vulnerabilità diventa un superpotere in questa dinamica”, scrive Michael Stipe nel booklet della mostra. “Una mappa che descrive le difficoltà del nostro presente mettendo in luce nuove opportunità e una rinnovata comprensione della nostra importanza, non solo per noi stessi, ma anche per coloro che ci circondano, per le nostre comunità, per il nostro mondo. In questo momento scelgo di concentrarmi sul bene più prezioso, sulla brillantezza, sulla bellezza e sulla giocosità della vita. Ho perso e mi sono perso, ma per ora sto volando alto”. Un invito a cercare il proprio posto nel mondo, a partire dalla serena accettazione della propria fragilità.
Il percorso espositivo della personale di Michael Stipe all’ICA di Milano
Il percorso espositivo, curato da Alberto Salvadori, è quindi incentrato sul ritratto, declinato in tanti linguaggi espressivi diversi che spaziano dalle fotografie alle copertine di libri, dalle ceramiche alle sculture e alle opere audio: una selezione di lavori inediti che tracciano un percorso nella produzione artistica di Michael Stipe. Le sculture in mostra sono un omaggio agli artisti che hanno contribuito a plasmare la sua visione, tra i quali spiccano Constantin Brancusi, Marisa Merz e una copia romana di un’antica scultura greca. Nel loro insieme, i lavori restituiscono un’impressione del momento di passaggio in cui ci troviamo. L’artista realizza le opere utilizzando diverse modalità di costruzione formale che vedono da un lato l’uso della rappresentazione analogica – evidente nelle sculture realizzate a mano -, dall’altro un percorso di creazione completamente digitale, presente attraverso oggetti di produzione industriale allestiti in mostra.
Il quarto libro di Michael Stipe edito da Damiani
La mostra è accompagnata da un libro edito da Damiani Books (il quarto di Stipe per la casa editrice bolognese) e realizzato in collaborazione con Fondazione ICA Milano. “Michael Stipe è un artista che non ha bisogno di presentazioni, e siamo orgogliosi di annunciare che pubblicheremo il suo quarto libro fotografico, ‘Even the birds gave pause’”, scrive Damiani sul proprio profilo Facebook. “Il libro presenta una serie di lavori in divenire che proseguono la sua esplorazione della ritrattistica contemporanea, dell’istinto e dell’astrazione. Questi lavori in corso includono gesso, cemento, plastica rotofusa, ceramica, la creazione di libri e stampe fotografiche in camera oscura. Il processo e la documentazione del processo diventano parte del tutto”.
Claudia Giraud
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