Wolfgang Laib e la mostra sul viaggio a Villa Panza a Varese
Nel bene FAI di Varese arrivano quattro installazioni dell’artista tedesco, che riflette sul tema del viaggio, oltre il tempo e lo spazio. A confronto con la visione di uno dei collezionisti più illuminati del Novecento
Quattro installazioni legate al tema del viaggio: è questo il Passageway che dà il titolo alla mostra personale di Wolfgang Laib (1950, Metzingen), nelle scuderie di Villa Panza. In un susseguirsi di esposizioni facenti parte di un programma quadriennale che ripercorre le tematiche care al personaggio di Panza, a partire dal binomio natura-forma, si inserisce con precisione e delicatezza il corpus di Laib, uno dei più interessanti protagonisti della scena artistica contemporanea, non presente nella collezione originale, ma più volte trovatosi a incrociare il percorso del conte Panza e del suo sguardo visionario.
La mostra di Wolfgang Laib a Villa Panza
Contraddistinto da un’attitudine all’arte di carattere mistico, in un incontro tra Occidente e Oriente che sfocia in espressioni proprie del minimalismo dove il gesto è rituale, ripetuto, liturgico, Laib propone al pubblico un lavoro in cui si individuano materialità a lui care come il riso, la cera d’api, il marmo, la carta, l’ottone.
La prima installazione, Passageway Inside-Downside (2011-2012), vede lo spazio plasmato dalla presenza di 52 elementi in ottone su cumuli di riso, archetipi di barche che invitano la mente a un viaggio oltre il tempo e lo spazio. Nel secondo spazio l’esperienza spirituale dell’artista si incarna in Brahmanda (2016-2022), mastodontica forma organica in granito nero posta al centro della stanza, che richiama il principio induista dell’uovo cosmico, custode dell’anima del mondo immerso nell’oceano primordiale. Il terzo momento installativo ci presenta Crossing the river-for Bodhiharma (2021-2022), sette tavole in carta su legno che rivelano con lentezza messaggi, versi del poeta Rumi e forme che Laib predispone in una coreografia di segni ove lo sguardo ha modo di orientare la sua percezione contemplativa. Ci si accosta all’opera di Laib con la delicatezza reverenziale che lui riserva al gesto artistico, il quale è carico nell’ultima installazione, site specific sviluppato appositamente per Villa Panza, dal titolo Untitled 2023: piccoli cumuli di riso sostano attorno alla scultura in cera d’api al centro, creando uno spazio onirico in cui aprirsi a una percezione sensistica e spirituale.
La visione del conte Giuseppe Panza
Villa Panza apre le sue porte ancora una volta ad artisti internazionali, mantenendosi coerente con il guizzo istintuale che portò Panza a essere uno dei collezionisti d’arte più interessanti del suo periodo: la presenza di Wolfgang Laib si inserisce nella cornice varesina offrendo al suo pubblico un momento contemplativo di grande spessore.
Sophie Marie Piccoli
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